Il termine mummia evoca meraviglie dell’antico Egitto e temibili personaggi di film horror, ma non tutti forse hanno sentito parlare anche delle “mummie di palude”.
A prima vista questi corpi giunti fino a noi dal Nord Europa sembrano sculture di cuoio. Circa un centinaio sono stati scoperti per caso, e arrivano dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dall’Irlanda e dalla Danimarca. Alcune di esse sono vecchie di ben ottomila anni mentre altre, più recenti, risalgono a circa quattro secoli fa.
Molte sono le particolarità e le curiosità appartenenti alle mummie delle torbiere, altro loro nome. La ragazza di Windeby, ad esempio, fu ritrovata nel 1952 e datata tra il 41 e il 118 a.C. Recentemente però, l’esame del DNA ha rivelato che si tratta in realtà di un ragazzo adolescente.
Le mummie sono state create dalla mancanza di ossigeno nelle acque paludose, a causa della quale i microorganismi non possono vivere e quindi, in loro assenza, gli organismi non possono essere decomposti. Tutte le caratteristiche del corpo, capelli, pelle, unghie e persino organi vitali, sono stati perciò perfettamente conservati.
Il particolare colore marrone delle mummie è dato invece dall’acidità delle acque.
L’uomo di Tollund, quarantenne al momento della morte e risalente al quarto secolo a.C., è quasi del tutto intatto e fu scoperto nel 1950.
Una domanda lecita è perché quelle persone furono sepolte nelle paludi. Molte sono le ipotesi a riguardo, come ad esempio quella che li individua come condannati a cui non spettava la cremazione, tecnica in uso nel nord-Europa a quei tempi. Molti corpi presentano segni di sgozzamento o gravi ferite compatibili con morte violenta inflitta ai criminali o alle vittime sacrificali.
Alcune mummie conservano ancora in buone condizioni persino gli abiti. La donna di Haraldskaer e quella di Huldrenose sono abbigliate elegantemente, segno del loro rango e posizione sociale. Ciò potrebbe indicare che forse nella palude venivano sepolti forestieri o non appartenenti al popolo che avevano raggiunto, oppure che fossero state sacrificate per un rito.
La donna di Meenybradden, invece, appartenente al sedicesimo secolo e ritrovata in Irlanda, pare fosse una suicida e quindi si presume che fosse state sepolta nella palude perché non poteva essere sepolta in un luogo consacrato.
Anche alcuni soldati russi e tedeschi della prima guerra mondiale sono entrati nella schiera delle mummie delle paludi.
Paola Bianchi