Save the Children rivela che ordigni inesplosi e mine antiuomo sono tra i maggiori killer di bambini nello Yemen dalla tregua di aprile.
Dall’inizio della guerra in Yemen ci sono stati circa 20.000 morti. A partire dalla tregua dello scorso aprile, il conflitto ha causato meno vittime, ma le mine antiuomo e i resti esplosivi continuano a ferire e a uccidere civili.
In questi anni lo Stato dello Yemen ha fatto da base per la più grande operazione di posa di mine antiuomo dai tempi della seconda guerra mondiale, con più di due milioni di ordigni ancora inesplosi. Autrice è la milizia Huthi, il braccio armato dell’Iran nel Paese. Dal 2018 un progetto saudita ha bonificato 43.612.168 metri quadrati dell’area totale dello Stato. Tuttavia, le mine inesplose causano ancora migliaia di vittime, soprattutto tra minori e bambini.
“Watching our every step”
“Watching our every step” è lo studio di Save the Children che ha analizzato i dati sulla guerra in Yemen da gennaio 2018 a novembre 2022. Secondo queste analisi, la maggior parte delle vittime sono minori; queste sono salite dal 7% nel 2018 (68 bambini) al 55% nel 2022 (199). Più della metà di queste ultime è stata causata da proiettili e mine inesplose. Infatti, i bambini colpiti sono aumentati in media da uno ogni cinque giorni nel 2018 a uno ogni due giorni nel 2022. Lo studio conta almeno 657 episodi di morte e mutilazione.
La maggior parte degli eventi riportati si è verificata nelle zone di al-Hodeydah, Ta’izz e Saada, aree inaccessibili durante la guerra dove ora sono abbandonati migliaia di resti inesplosi. L’aumento è dovuto al trasferimento delle famiglie in queste zone che, secondo alcuni, è del 77% rispetto ai mesi precedenti. Infatti, il senso di relativa sicurezza dato dalla tregua ha portato molti sfollati a tornare nelle aree in cui le ostilità si sono attenuate. Si tratta di zone ad alto rischio di inondazione in quanto soggette alle piogge stagionali. Insieme alle tempeste di sabbia, queste provocano la deriva e lo spostamento degli ordigni inesplosi. Su tutto il territorio sono stati identificati 428 siti per sfollati ad alto rischio di inondazione, ospitanti più di 68.000 famiglie.
Le maggiori vittime delle mine antiuomo sono bambini
Secondo Save the Children, l’80% dei 4,5 milioni di sfollati dello Yemen sono donne e bambini. Non avendo l’esperienza per identificare o evitare le mine antiuomo, ne sono vittime mentre svolgono attività quotidiane. Molti di loro le incontrano mentre giocano o raccolgono legna. Chi vive nelle aree rurali si ferisce mentre cura il bestiame o raduna rottami metallici da vendere ai mercati. Essendo in genere responsabili del reperimento dell’acqua, le bambine devono spesso trascorrere intere giornate di viaggio che aumentano il rischio di esposizione.
Come mostra il report, le mine antiuomo e le munizioni inesplose sono protagoniste di oltre il 75% di tutte le vittime di guerra tra i bambini. Quelle che non ne hanno provocato la morte, hanno causato danni fisici, psicologici e sociali.
Gli impatti fisici e psicosociali
Secondo “Watching our every step”, le mine antiuomo sono state responsabili di almeno 454 incidenti di menomazione di bambini negli ultimi cinque anni. Le ferite più comuni includono lesioni alla testa, amputazione degli arti superiori o inferiori, disabilità permanenti causate da danni alla colonna vertebrale, perdita della vista e dell’udito. Oltre all’impatto attuale, queste influiscono anche sul futuro di chi ne è vittima. Infatti, le lesioni subite in tenere età influenzano la crescita incidendo sulla lunghezza degli arti, sulle possibilità fisiche e sulle capacità cognitive.
Come mostrano alcuni studi, l’amputazione degli arti e altre lesioni fisiche comportano anche forti danni psicologici e psichiatrici. Oltre alla paura e all’ansia causate dall’evento traumatico, le lesioni impediscono ai bambini di svolgere le attività quotidiane. Inoltre, sono spesso accompagnate da vergogna e calo dell’autostima maggiorate dall’isolamento, dalla stigmatizzazione o dalla discriminazione nelle scuole e nelle comunità. I danni psicologici colpiscono i minori anche se non sperimentano le esplosioni in prima persona ma ne sono testimoni indiretti.
Le conseguenze sull’istruzione
Molti scoppi di mine antiuomo colpiscono scuole o zone circostanti, rendendole inaccessibili. Spesso chi continua a frequentare rimane nella paura e alcuni hanno bisogno di aiuti scolastici supplementari. Dato che il conflitto ha reso alcune aree rurali inaccessibili, le famiglie che vivono in queste aree si trovano spesso in situazioni di povertà, tali da costringerle a praticare lavoro minorile e matrimoni precoci.
Questo fattore ha un impatto anche sui bambini sopravvissuti agli scoppi che, a causa degli oneri finanziari delle famiglie sulla riabilitazione, sono obbligati ad abbandonare la scuola. Il 69% dei minori intervistati da Save the Children ha dichiarato di aver bisogno di ulteriore assistenza medica, tra cui protesi, interventi di follow-up e sostegno.
La situazione odierna dello Yemen è critica e sono pochi gli specialisti qualificati per dare aiuto e sostegno alle vittime delle mine antiuomo. Di conseguenza, molti minori non hanno accesso all’assistenza necessaria per recuperare la mobilità, tornare a scuola e reintegrarsi nella vita comunitaria.
Stella Canonico