Le migrazioni economiche sono una risorsa? Lo studio condotto da Mediobanca

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Le migrazioni economiche rappresentano uno dei fenomeni sociali più rilevanti e complessi del nostro tempo, un tema che continua a sollevare interrogativi e dibattiti accesi a livello politico, sociale ed economico. Di recente, uno studio approfondito condotto da Mediobanca, intitolato “Gli impatti economici delle migrazioni: problema o risorsa?”, ha fornito nuove prospettive sui potenziali benefici e sulle criticità connesse a questo fenomeno, con un focus particolare sul ruolo dei migranti economici nel contesto europeo.

Migrazioni economiche

Uno degli aspetti più significativi emersi dallo studio riguarda il contributo dei migranti economici alla crescita del prodotto interno lordo (PIL) dei paesi ospitanti. Secondo i dati analizzati, si stima che l’ingresso di migranti economici possa portare a un incremento medio del PIL pari all’1% entro cinque anni dal loro arrivo. Questo risultato è attribuibile principalmente alla capacità di questi individui di inserirsi rapidamente nel mercato del lavoro, spesso colmando vuoti occupazionali in settori strategici come l’agricoltura, l’edilizia, e l’assistenza domiciliare.

Il beneficio economico, tuttavia, non si limita all’impatto diretto sull’occupazione. I migranti economici contribuiscono anche al rafforzamento della domanda interna attraverso i consumi, all’aumento delle entrate fiscali e al miglioramento del saldo demografico in società caratterizzate da un progressivo invecchiamento della popolazione.

La composizione dei flussi migratori nell’UE

Nonostante il potenziale economico dei migranti economici, l’analisi di Mediobanca ha mostrato una dinamica preoccupante: negli ultimi dieci anni, i permessi di soggiorno rilasciati per motivi lavorativi nei principali paesi di destinazione dell’Unione Europea (Italia, Francia e Germania, tra gli altri) rappresentano solo il 15% del totale. A titolo di confronto, i permessi concessi per ricongiungimenti familiari raggiungono il 40%. Questo squilibrio riflette un approccio normativo che sembra penalizzare l’ingresso di manodopera straniera, a vantaggio di altre tipologie di flussi migratori meno direttamente collegate alle esigenze del mercato del lavoro.

L’Italia, ad esempio, ha visto una drastica riduzione dei decreti flussi, strumenti attraverso i quali viene regolamentato l’ingresso dei lavoratori stranieri non comunitari. Questo fenomeno si traduce in una minore capacità di attrarre talenti e competenze necessarie per affrontare le sfide di un mercato globale in continua evoluzione.

Una gestione frammentata

La gestione delle migrazioni in Europa è caratterizzata da una frammentazione normativa e da un approccio spesso emergenziale, che rende difficile sfruttare appieno il potenziale economico dei flussi migratori. Le politiche migratorie degli stati membri tendono a privilegiare gli aspetti securitari rispetto a quelli economici, con conseguenze che si riflettono non solo sui migranti ma anche sulle economie locali.

Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dalla difficoltà di integrazione dei migranti economici nel tessuto sociale e lavorativo dei paesi ospitanti. Ostacoli burocratici, barriere linguistiche e discriminazioni sul posto di lavoro sono solo alcune delle problematiche che limitano il pieno sfruttamento delle potenzialità offerte da questa forza lavoro.

Il contributo dei migranti all’innovazione e alla competitività

Lontano dai luoghi comuni che associano le migrazioni esclusivamente a costi o problematiche sociali, numerosi studi dimostrano che i migranti possono essere un motore di innovazione e competitività. Grazie alla loro eterogeneità culturale e alla capacità di adattamento, i migranti tendono a introdurre nuove idee, processi e metodologie nei contesti in cui operano.



Nel settore imprenditoriale, ad esempio, è significativo il numero di aziende fondate da immigrati che non solo generano occupazione ma contribuiscono anche alla diversificazione dei mercati. Inoltre, la presenza di lavoratori stranieri in settori chiave può stimolare la produttività e favorire l’adozione di tecnologie innovative.

Una gestione efficace delle migrazioni economiche?

Per trasformare le migrazioni da problema percepito a risorsa concreta, è necessario un cambio di paradigma nelle politiche europee. In primo luogo, occorre favorire l’ingresso di migranti economici attraverso percorsi regolamentati e trasparenti, che rispondano alle reali esigenze del mercato del lavoro. Ciò richiede una collaborazione più stretta tra governi, imprese e istituzioni educative per identificare le competenze richieste e promuovere programmi di formazione mirati.

Inoltre, è fondamentale investire nell’integrazione dei migranti, sia attraverso politiche di inclusione sociale che mediante la semplificazione delle procedure burocratiche per il riconoscimento delle qualifiche professionali. Solo così sarà possibile creare un ambiente favorevole alla valorizzazione del capitale umano offerto dai migranti.

 

 

 

 

 

Patricia Iori

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