Tra gli anni ’80 e gli anni ’90 centinaia di attivisti curdi sono stati arrestati dalla polizia turca. Il collettivo Madri del sabato da più di 20 anni si batte per cercare verità e giustizia per tutti gli individui che, dopo essere stati arrestati, sono scomparsi nel nulla.
Le madri del sabato
Secondo il Truth Justice Memory Center (HAHM), un’organizzazione locale per i diritti umani, più di 1300 individui sono stati vittime di sparizioni forzate in Turchia per mano delle forze politiche e dei gruppi paramilitari tra il 1980 e il 2013.
Madri del sabato, è il nome del collettivo composto da parenti, (madri, figli, fratelli, sorelle) che, settimanalmente, si riuniscono per pregare per i propri cari scomparsi e manifestare pacificamente per i loro diritti. Si riuniscono una di sabato, a mezzogiorno, davanti alla scuola superiore Galatasaray in Istiklal Street, tenendo le foto dei loro parenti scomparsi. Il primo sit-in ha avuto luogo nel maggio del 1995, e sin da allora il collettivo ha suscitato diverse forme di repressione dalla polizia.
Da quel primo appuntamento l’associazione si è espansa in tutta la Turchia raccogliendo l’adesione di migliaia di donne e uomini, suscitando pressioni crescenti da parte del governo. Per questa ragione dal 1999 le Madri del sabato ha smesso di riunirsi per poi riprendere, dieci anni dopo, nel 2009.
Oltre a motivi spirituali, le Madri del sabato si riuniscono per richiedere una maggiore consapevolezza internazionale del militarismo turco, di poter accedere agli archivi contenenti i documenti relativi agli omicidi perpetuati dallo stato e delle modifiche del codice penale turco per rimuovere il termine di prescrizione per omicidi politici.
I parenti che decidono di riunirsi lo fanno perché sperano di poter ricostruire la storia delle persone scomparse, di avere verità dal governo.
Le persecuzioni
Dal 2009 le Madri del sabato hanno ripreso le proprie riunioni, ma solo 9 anni dopo è avvenuta una repressione durissima che ha portato all’interruzione di tutte le attività. Il governatore del distretto di Beyoğlu ha negato l’accesso alla piazza Galatasaray, impedendo lo sviluppo della veglia del 25 agosto 2018. A seguito di tale divieto, i manifestanti sono stati sottoposti a idranti, proiettili di gomma e gas lacrimogeni dalla polizia e 47 sono stati arrestati. Secondo il rapporto di The Voice of America:
La polizia ha occupato la piazza in una strada nel cuore di Istanbul, dove, per quasi due decenni, le Saturday Mothers si sono riunite silenziosamente, tenendo in mano le foto dei propri cari scomparsi. Quarantasette persone sono state arrestate. Alcune erano donne tra i 70 e gli 80 anni. Alcuni sono stati trattenuti mentre la polizia spazzava la strada, arrestando i sostenitori e usando gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti. I funzionari locali hanno affermato che la protesta ha violato l’ordine pubblico.
I detenuti inoltre sono stati accusati di “rifiuto di disperdersi nonostante l’avvertimento e l’uso della forza”. Nel giugno del 2022, come riportato da Amnesty, la polizia antisommossa ha impedito la loro novecentesima veglia pacifica e ha arrestato i partecipanti.