“Le luci della centrale elettrica” stanno tornando. Il progetto artistico di Vasco Brondi, infatti, farà uscire nel prossimo marzo il nuovo album “Terra”. L’artista, che qualche giorno fa ha compiuto 33 anni, ha intanto spiegato la copertina scelta per il prossimo cd.
«Dalla prima volta che ho visto quest’opera su internet, qualche mese fa, ho capito che aveva a che fare con quello che stavo scrivendo –ha spiegato Vasco Brondi su un social network- Si chiamano Seven Magic Mountains, sorgono nel deserto del Nevada, sono enormi e fosforescenti ma sono solo pietre accatastate l’una sull’altra. Fanno capire come gli esseri umani riescono a rendere spettacolare anche un deserto, oppure sono una metafora di Las Vegas, a mezz’ora di distanza, del niente luccicante. O della nostra terra, lo splendido deserto italiano visto con gli occhi di chi cerca di sbarcarci. È un’opera di Ugo Rondinone, un artista svizzero che vive a New York. La fotografia è di Gianfranco Gorgoni, originario di un paese che si chiama Bomba in Abruzzo si è trasferito a New York negli anni Sessanta ed è diventato uno tra le altre cose un’importante fotografo di Land Art, quando questa forma d’arte non aveva ancora un nome. Ho scoperto anche che era sul palco a Woodstock e sono sue le foto di Jimi Hendrix durante quel concerto e anche molti dei ritratti leggendari di Basquiat o di Keith Haring. Io avevo in casa una sua foto in cui c’erano uno accanto all’altro De Chirico ed Andy Wharol, due mondi distanti vicinissimi».
Un’altra novità che sarà contenuta in “Terra” è che, all’interno del cd sarà incluso anche un piccolo libri. «Sono contento anche di dirvi che Terra uscirà a forma di libro – ha scritto Brondi- Dentro oltre al disco c’è il suo diario di lavorazione, si chiama La grandiosa autostrada dei ripensamenti, è un diario di viaggio e di divagazioni dell’anno e mezzo di scrittura e degli ultimi tre mesi di registrazioni in studio. È ambientato tra l’Adriatica e un’isola vulcanica, tra studi di registrazione seminterrati e paesi disabitati in alta montagna, tra la Pianura Padana, il Nord Africa e l’America».
Il cd, come spiega l’artista, sarà «un disco etnico ma di un’etnia immaginaria (o per meglio dire “nuova”) che è quella italiana di adesso. Dove stanno assieme la musica balcanica e i tamburi africani, le melodie arabe e quelle popolari italiane, le distorsioni e i canti religiosi, storie di fughe e di ritorni».
Marzo si è avvicina ed il ritorno sulla scena musicale de “Le luci della centrale elettrica” è sempre più vicino.