Domenica su Italia Uno è andato in onda un servizio de “Le Iene” che riguardava l’onorevole Caruso e il sottosegretario alla Difesa Rossi. Lo scandalo emerso è tale da aver portato il generale Rossi a rimettere le deleghe; inoltre dovrà fornire delle spiegazioni esaustive, insieme all’onorevole Caruso. Nel servizio si vede una giovane donna di spalle che nell’anonimato racconta di aver lavorato per un anno e mezzo comeassistente del deputato centrista, senza contratto e senza retribuzione. Il lavoro è cominciato con uno stage di tre mesi, finito il quale Caruso avrebbe dovuto farle un contratto, che, nonostante le promesse, non è mai arrivato.
In realtà il contratto non sarebbe mai potuto arrivare perché Caruso ha già un assistente, ossia il figlio del sottosegretario alla Difesa Rossi, Fabrizio. Questa assunzione sarebbe però una farsa, per cui il vero assistente non si presenta mai a lavoro, anche se riceve uno stipendio regolare. Tutto merito della magnanimità di Caruso, che per fare “una cortesia” a Fabrizio Rossi, che riceve i soldi dal padre, come ha affermato lo stesso onorevole, ignaro delle telecamere.
La difesa di Rossi
Il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano e già Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito si è difeso sostenendo che “Sono accuse infondate e lesive della mia persona quelle che mi sono state rivolte nel servizio della trasmissione televisiva Le Iene. Insinuazioni che infangano, ancora una volta, la mia reputazione“. Rossi proclama quindi la sua innocenza, visto che “le spese relative ai collaboratori sono rendicontate e questo basta per dimostrare da chi realmente dipende l’impiegato e viene retribuito“.
Rossi ha comunque preferito rimettere le deleghe conferitegli dalla ministra Pinotti “al fine di non coinvolgere l’amministrazione“. Per il deputato pentastellato Danilo Toninelli non è sufficiente: “Le dimissioni di Rossi da sottosegretario non ci bastano. Si dimetta anche da deputato e lasci il posto a chi è più degno di lui“. Anche i parlamentari grillini delle commissioni Difesa di Camera e Senato pretendono le dimissioni di Rossi da deputato.
La difesa di Caruso
Nonostante quanto affermato a telecamere nascoste, Caruso ha affermato che la ragazza avrebbe fatto in realtà solo uno stage di tre mesi. L’assunzione del figlio del sottosegretario Rossi sarebbe invece avvenuta dopo aver fatto “una valutazione delle sue capacità” e non per l’amicizia con il padre.
Le denunce dell’assistente non finiscono qui
L’assistente non solo non è stata pagata per oltre un anno, ha addirittura ricevuto delle avances da Caruso. La giovane ha raccontato alla iena Filippo Roma: “Una sera al ristorante l’onorevole mi ha fatto capire che se fossi andata al letto con lui mi avrebbe aiutato”. A quella cena, come ha spiegato al Corriere della Sera, è stata invitata con l’inganno, convinta ci fossero anche altri lavoratori. Ma non è stato così.”Ci ritroviamo io e lui, in un ristorante di piazza Cavour. Lì mi spiega che se andavo a letto con lui, mi avrebbe messo nella segreteria di qualche Commissione. Rifiuto: non sono una scappata di casa, ho famiglia“. Qualche giorno dopo Caruso le ha inviato un messaggio esplicito al riguardo: “Sono a casa, valuta te cosa fare”. Caruso nega però di aver chiesto alla giovane prestazioni sessuali.
La giovane ha continuato a lavorare per lui, sperando, invano, di ricevere un giorno un contratto. Dopo aver scoperto di Fabrizio Rossi, pagato 500 euro al mese per non fare nulla, mentre a lei non spettavano nemmeno dei buoni pasto, ha deciso di denunciare.
La stagista molestata chiede di non essere lasciata sola
“La mia paura più grande è che ora mi lascino sola. Vorrei che le istituzioni e la presidente Boldrini mi aiutassero a superare questa situazione e a trovare un lavoro”. La giovane ha così chiesto aiuto, rivolgendosi soprattutto alla Boldrini, che già ieri si era espressa sulla vicenda, definita “inaccettabile“. Perché “La violazione dei diritti di un lavoratore o di una lavoratrice è grave sempre, ma lo è ancor più se a rendersene responsabile è chi siede in Parlamento“.
Camilla Gaggero