Come sappiamo, da ormai qualche anno, il modo di viaggiare e fare turismo ha subito un drastico cambiamento. Infatti l’imperversare delle innumerevoli piattaforme internet propongono, ai nostri soggiorni, soluzioni di ogni tipo, per ogni necessità e tasca.
Stanze, appartamenti condivisi e non. Tutti offrono, anche secondo il concetto della “sharing economy”, la possibilità, per chi possiede capitali e proprietà, di investirli. Ciò permette di trasformarli in opportunità di piccolo, medio o grande guadagno, a seconda delle disponibilità e grazie all’uso di internet.
Un turismo, “alternativo” a quello classico degli hotel, già da tempo regolamentato. Un turismo che però evidenzia molteplici carenze, chiedendo risposte rapide e concrete ad opera del legislatore.
Ma ciò che ha ulteriormente complicato il problema è un altro aspetto, non meno rilevante, attinente la sfera sociale.
L’episodio cruciale, che ha visto protagonista la penisola iberica, si è verificato nella città di Barcellona. Qui, una signora, una volta affittato il proprio appartamento con regolare contratto ad uso abitativo, ha poi scoperto che lo stesso veniva pubblicizzato a fini turistici. Così, per poterne rientrare in possesso, è dovuta ricorrere ad un escamotage, ovvero affittarlo lei stessa contattando una delle piattaforme internet che lo promuovevano. Infine si è vista costretta ad “occuparlo” e ricorrere all’autorità giudiziaria per dirimere il caso con l’ex inquilino.
La vicenda ha spinto gli abitanti dei centri storici delle due città maggiormente rappresentative, Madrid e Barcellona, a richiamare l’attenzione delle istituzioni sull’eccessivo e poco controllato propagarsi del fenomeno “turismo”, il cui impatto sta mettendo a rischio non solo l’identità culturale dei quartieri storici ma soprattutto la sicurezza degli stessi cittadini.
Rumori notturni che continuano fino alle prime ore della mattinata, spazzatura abbandonata ovunque, agglomerati di persone in pochi metri quadrati. Per non parlare delle conseguenze dell’alcol. Questi sono solo alcuni esempi dei problemi che ne derivano.
Inevitabile è stato il richiamo a quanto avvenuto ed avviene nel nostro paese nella città di Venezia, dove, molti abitanti, a causa di un turismo sfrenato, hanno dovuto abbandonare le proprie case.
Come detto, quindi, un fenomeno, le cui caratteristiche rendono anche riconducibile al nuovo modello economico della cosiddetta “sharing economy”. Assimilabile per esempio al car sharing, house sharing piuttosto che al coworking o al crowdfunding. Un fenomeno la cui diffusione offre la possibilità di affittare appartamenti e stanze a chiunque ne disponga e possa vivere di turismo, ma il cui impatto sociale può provocare conseguenze che rischiano di diventare incontrollabili.
Da qui, dunque, la necessità di una disciplina normativa che dia risposte chiare agli ancora numerosi interrogativi.
Turi Ambrogio