Durante questi tempi di quarantena, nonostante l’aumento nel flusso di text message – con non pochi problemi relativi all’incremento del traffico giornaliero sulle reti – le chiamate sono tornate di moda, per sentire più vicina una persona lontana.
C’è una sorta di ricerca del contatto che va oltre il layout delle chat di WhatsApp, oppure, delle mail che eravamo soliti mandare. In questo periodo, il modo più confortevole per sentirsi meno isolati è digitare un numero e chiamare qualcuno, avendo l’occasione di colmare le distanze con cari e amici lontani, attraverso qualcosa che non sentivamo da tempo: la loro voce. Precedentemente a queste complicate settimane, la chiamata al cellulare era diventata un’azione scomoda. Addirittura, cercare qualcuno telefonicamente, in certi casi, poteva diventare quasi impertinente. Il messaggio aveva superato la chiamata, ma in queste settimane, la solitudine di molti ha invertito questo paradigma.
Le chiamate sono tornate di moda: il perché
Al di là delle famiglie, ci sono molte persone rimaste isolate senza compagnia. Molti studenti fuori sede, tantissimi lavoratori autonomi, per non parlare degli anziani e di chi si trova in un Paese che non è il suo. Per questo, le chiamate sono tornate di moda. Un autentico balzo lo hanno compiuto anche le videochiamate, dove le persone riescono per quel che possono a mantenere un contatto visivo con chi sta dall’altra parte – dello schermo – e l’interazione assume un lato molto più umano.
Nel 2011, il film Perfect Sense di David McKanzie descriveva una pandemia micidiale in cui, lentamente, gli esseri umani perdevano la totalità dei sensi, tranne uno. Durante la progressiva disumanizzazione, il contatto umano era diventato un bisogno costante fra le persone. A ogni senso che spariva, si trovava un modo per combattere l’incomunicabilità sempre più avvolgente. In questo senso, oggi cerchiamo di ovviare alla straordinarietà delle distanze grazie allo smartphone, che, paradossalmente, è diventato l’unico mezzo per rimanere socialmente vicini. In un ambito in cui stanno aumentando le reti di messaggistica, le chiamate sono tornare di moda come fossero un gesto evasivo. Un’operazione fondamentale per il nostro equilibrio sociale durante questo imprevedibile momento storico.
Aumentano le chiamate,si, ma anche quelle di soccorso
Purtroppo però ci sono anche dei dati – e lati – negativi. Innanzitutto, l’ansia e le ipocondrie sono aumentate, e questo ha portato a un aumento del numero delle chiamate verso la sanità pubblica o gli uffici competenti. Infatti, i centralini dei pronto soccorsi e di altri enti come il Telefono Azzurro registrano un aumento quotidiano del numero delle telefonate. In particolare, i bambini in questi giorni sono pervasi da dubbi e angosce dovute alla singolarità della situazione, creando una lunga sequenza di chiamate verso gli enti. L’Agi ha riportato un intervento diretto di Ernesto Caffo, responsabile del Telefono Azzurro, che ha dichiarato:
La Linea di Ascolto 1.96.96 e le Linee di Emergenza 114 e 116000, in questi giorni, hanno registrato un aumento delle segnalazioni e crescono i casi gestiti dai nostri operatori. I bambini e gli adolescenti vivono in queste ore uno stravolgimento della loro quotidianità e cercano un ascolto attento e delle risposte concrete alle loro paure
Negli anni sono aumentati i servizi digitali per prenotare visite o segnalare problemi, mentre in queste settimane, il ritorno della chiamata ha ristabilito un uso fondamentale, come era più comune in precedente nell’ambito medico. Quando il Coronavirus si espanse in Lombardia, l’Istituto Superiore della Sanità attivò il numero 1500 per l’emergenza COVID-19, e come hanno testimoniato gli operatori, quel contatto ha ricevuto un enorme cifra di chiamate.
Il numero di telefonate dunque aumenta sia verso i propri cari e amici che in cerca di aiuti medici o psicologici, ma questo non fa che esaltare il ritorno della telefonata, un gesto troppo a lungo snobbato, ora tornato di moda.
Riccardo Belardinelli