Le bugie: secondo uno studio condotto da un team di ricercatori, creano dipendenza
Bugie, quante ne diciamo! Ogni giorno, capita un’occasione perfetta in cui una piccola, innocente e, ovviamente detta a fin di bene, bugia ci scappa dalla bocca. Certo, la cosa che più si apprezza nelle persone è la sincerità.
Le bugie? Assolutamente non dovrebbero esistere. Meglio una verità scomoda e lacerante piuttosto che una facile ed egoistica bugia. Questo è, più o meno, quello che ci ripetiamo tutti e che diciamo a tutti. Una bugia, appunto.
Un’illusione con cui ci convinciamo che siamo persone completamente oneste, pure, portatori della Verità. Ripeto, una bugia.
Rifletteteci al riguardo e vi accorgerete di quante bugie, quotidianamente, raccontiamo a noi stessi e agli altri. Il numero è decisamente alto.
C’è addirittura chi sostiene che ne siamo dipendenti; che una volta detta una menzogna, se ne dirà un’altra, e poi un’altra ancora. Fino a divenirne dipendenti. Peggio delle sigarette.
A dichiarare ciò, un team di ricercatori dell’University College di Londra che ha fatto della bugia il perno principale della ricerca.
Gli studiosi hanno analizzato le “reazioni del cervello” nel momento in cui ci si trova a mentire. Si è riscontrato che, come un po’ per tutte le prime volte, la prima esperienza non è che sia delle più piacevoli. Si è inibiti, vagamente a disagio.
Gli studiosi hanno scoperto ciò dall’attivazione dell’amigdala, una delle aree del cervello legata alla sfera emotiva, sempre più accentuata quando si dicono menzogne. Tuttavia, una volta rotto il ghiaccio con la bugia, la strada è decisamente tutta in discesa e l’attivazione dell’amigdala diviene sempre meno accentuata fino a non attivarsi più.
Per effettuare la ricerca, gli scienziati hanno usato come strumento principale ciò che gli uomini, per accaparrarsene un po’, farebbero di tutto, figurarsi mentire! Il denaro. È stato chiesto ad 80 partecipanti al test, il numero delle monete contenute all’interno di un barattolo, anticipando loro che, se avessero detto una piccola bugia, sarebbe passata inosservata e anzi, avrebbe permesso loro di guadagnare qualche soldo. Inutile dire che per qualche penny sono state dette bugie a profusione e l’amigdala è andata tranquillamente in letargo. Neppure il minimo sentore di attivazione è stato registrato dai ricercatori.
Insomma, pur di ottenere un guadagno, anche minimo, si è disposti a mentire.
E voi? Quanto siete lies addicted?
Giulia Simeone