Il Sultano Erdogan ed il Presidente Nessuno Serraj, hanno firmato un accordo di “spartizione” delle acque territoriali libiche.
Lo hanno fatto senza avere il potere di farlo, dato che la regolamentazione delle acque spetta a più Stati ed infatti era stata stabilita nel famoso Trattato di Skhirat del 2015.
Ma perché la Turchia e la Tripolitania (non la Libia) sono arrivati a modificare la sovranità delle acque territoriali ?
La risposta è CIPRO.
Com’è noto questa splendida isola mediterranea, seconda per dimensione solo a Sicilia e Sardegna, vive da anni in una situazione paradossale.
Il Sud è Repubblica di Cipro, Stato Sovrano appartenente all’Europa, riconosciuta dall’ONU, non dalla Turchia.
Il Nord è Repubblica Turca di Cipro, non riconosciuta da nessuno ma solo dal Sultano.
C’è anche una terza parte volendo, quelle due città, Akrotiri e Dhekelia, che fanno parte del Regno d’Inghilterra e governate dall’intramontabile Betty II.
La Turchia ha deciso di perforare i sottosuolo marino in cerca di petrolio.
E va a farlo a Sud, davanti ai greco-ciprioti.
I quali s’incazzano di brutto rivendicando la potestà sulle acque.
Ma dato che, come detto, la Turchia NON riconosce la Repubblica di Cipro, ritiene quelle acque, “libiche” e quindi fa accordi con la Tripolitania libica per gestirle.
Dall’inutile palazzone di vetro dell’ONU, non si sente volare una mosca. Quell’ometto borioso ed ignorante fa e disfa come gli pare, a volte minacciando altre imbonendo i suoi interlocutori.
Ma l’accordo Tripoli – Ankara viene stracciato da quell’altra brava persona del Gen. Al Sissi.
Dal Cairo lancia fulmini & saette in stile Zeus sui due Paesi, minacciando di mettere le sue barchette (da guerra) di traverso.
Naturalmente l’antipatia tra i tre è di lunga data.
Al Sissi foraggia Haftar, Erdogan fa merenda con Serraj….l’ONU si cura le emorroidi.
I due dittatori si detestano anche a causa del gas naturale il cui commercio dovrebbe rendere “dollaroni” ai Paesi in lite.
Al Sissi ha un obiettivo, quello di creare un polo strategico per il commercio di gas naturale nella regione, utilizzando un gasdotto della Mediterranean Gas Company, di proprietà di imprenditori egiziani ed israeliani, in grado di trasportare gas da Cipro e Israele verso l’Europa.
La stessa strategia è stata ideata anche dalla Turchia, la quale mira a trasportare gas proveniente dall’Azerbaijan e dalla Russia verso l’Europa, passando per il Mar Nero e la Turchia, per mezzo di un gasdotto che, a detta di Erdogan, sarà messo in funzione nel mese di gennaio 2020.
Ma lo dice anche il proverbio:
“Chi di gasdotto ferisce, di gasdotto perisce”
Io non volendo parteggiare per l’uno o per l’altro, mi auguro che entrambi periscano…..anzi, tutti e tre visto che di mezzo c’é pure quell’altro inutile esserino di Serraj.