L’innovazione tecnologica farà scomparire milioni di posti di lavoro, ma aprirà anche interessanti opportunità di carriera per chi sarà stato lungimirante.
Lavoro, il futuro sorriderà agli esperti di IT. Si tratta dei cosiddetti digital jobs, i mestieri dell’ITC, che nascono e progrediscono all’unisono con la rivoluzione digitale. Anche se, a dire il vero, sono già largamente diffusi sul mercato internazionale e italiano, con un ritmo di crescita che supera quelli tradizionali.
In quest’ultimo anno si è assistiti ad una crescita non indifferente delle previsioni sull’impatto che la tecnologia avrà sull’occupazione. Infatti, sono stati rilasciati numerosi studi, la maggior parte dei quali dichiara quanti posti di lavoro andranno persi a causa della tecnologia, e in particolare della tecnologia automatizzata. Tali studi hanno molti difetti, tra cui il più grande è che soccombono alla fallacia del “nodulo di lavoro”. Che presuppone che ci sia un numero fisso di posti di lavoro, e quindi una volta persi sono persi per sempre.
Sappiamo tutti che non è così e che, nel corso della storia umana, la tecnologia ha creato tanti, e spesso più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti. Quindi, quale sarà l’evoluzione del lavoro e quali nuovi lavori potrebbero emergere grazie agli sviluppi tecnologici? Questa è stata la domanda posta da Hays di recente in un nuova indagine: I lavori del futuro.
Quali lavori emergeranno nel futuro del lavoro?
Entro il 2025 certuni lavori verranno svolti dai robot o dalle intelligenze artificiali, ma l’innovazione tecnologica creerà anche ulteriori nuove opportunità di lavoro. Le figure emerse, più ricercate, saranno: Big Data Expert 54,6% in coda gli IT Security Specialist 44,58%; gli App Developer 26,10%. I Sultichannel Architect 24,90% e gli Interactive Developer 23, 29%.
Non meno importante è il quadro legislativo di attinenza ed i tipi di contratto che saranno più diffusi nel 2025. Emerge, infatti, che le aziende dei settori IT si rivolgeranno, in maggior misura, a professionisti freelance anziché assumere nuovo personale all’interno dell’azienda. Ciò comporterà costantemente la diffusione della cosiddetta “gig economy”. Quindi quel modello economico in cui le prestazioni lavorative continuative non esistono più. Si lavorerà on demand. Ovvero quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze.
Questo è quanto affiora dalla recente indagine “Jobs of The Future”, svolta dal gruppo Hays. La società, leader globale nel recruitment specializzato, ha svolto l’indagine su di un campione di 300 professionisti italiani, chiamati ad esporre la propria opinione su quale sarà l’evoluzione del settore dell’Information Technology entro il 2025.
Per quanto riguarda la probabilità che l’introduzione dell’intelligenza artificiale, nel mercato del lavoro, possa generare disoccupazione tecnologica, il 60% degli intervistati ha esposto che “l’impatto della digitalizzazione nella vita quotidiana non farà scomparire le cosiddette professioni tradizionali. Piuttosto si assisterà alla nascita di nuove figure professionali ibride, con forti capacità nel settore IT”.
In definitiva, per affrontare le sfide della digitalizzazione, il cambiamento nel mercato del lavoro è inevitabile. Ulteriore sfida è anche quella di garantire che la popolazione abbia gli strumenti e le capacità per apprendere per sfruttare i nuovi posti di lavoro che emergono.