Occupazione in crescita nel mese di gennaio. Quanto rilevato dai dati dell’Istituto Nazionale di Statistica diffusi nella giornata di giovedì. Il tasso di occupazione si conferma stabile all’11,9%, rispetto a dicembre 2016. In una nota diffusa dal sito ministeriale, il Ministro del lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti giudica positivamente il quadro emerso a gennaio.
Disoccupazione a gennaio tasso stabile. Crescono gli occupati.Secondo Paoletti, analizzando i dati diffusi dall’Istat, la disoccupazione resta stabile. Diminuisce, anche se lievemente, il tasso di inattività, segno di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Nel mese di gennaio gli occupati crescono, dato preciso: +0,1% pari a +30 mila unità, rispetto al mese precedente. L’incremento riguarda principalmente gli uomini e si concentra soprattutto nella fascia degli ultracinquantenni.
Paoletti osserva: “importante il segnale positivo che viene dal tasso di disoccupazione giovanile“. Diminuito di 1,3 punti percentuali in un mese, rimanendo però elevato, 37,9%. E alla forte diminuzione degli inattivi – complessivamente 461 mila in meno – corrispondono un notevole aumento degli occupati. Oltre 235 mila in più, e un aumento di coloro che cercano attivamente lavoro, poco meno di 130 mila.
Conclude così: “Da febbraio 2014 cresce di 711 mila unità il numero degli occupati“.
Nei dati INPS il paese va a pezzi.
Lo scorso 23 febbraio la diffusione dei dati INPS, sull’utilizzo della cassa integrazione e sull’andamento dei contratti di lavoro. Dati che evidenziano, nel saldo dei contratti a tempo indeterminato, un calo del 37,6% rispetto al 2015. Più voucher meno contratti. I dati resi noti dall’Osservatorio mettono in evidenza come l’utilizzo dei “voucher” sia cresciuto del 32,5%. Mentre al tempo stesso calano i nuovi contratti a tempo indeterminato. Merita una nota particolare il problema voucher, che la CGIL vuole abolire con il referendum.
Anche in questo caso il Ministro Paoletti sostiene un miglioramento del mercato del lavoro. Dichiara:
“I dati confermano che gli interventi di questi ultimi anni hanno determinato un miglioramento complessivo del mercato del lavoro. Prosegue la significativa riduzione del ricorso alla cassa integrazione, con un calo, registrato a gennaio, del 46,3% rispetto a un anno prima. Testimonianza che sono tornate al lavoro alcune centinaia di migliaia di persone”.
Al contrario il Sindacato: “I dati INPS sul mercato del lavoro mostrano un quadro ancora allarmante, aggravato dalla continua crescita dei voucher”.
Tra gli interventi attuati, per combattere il fenomeno della disoccupazione giovanile, il Governo ha varato il Piano nazionale di implementazione. Elaborato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, finanziato dall’UE e coordinato, in Italia, dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro (ANPAL). Programma Garanzia Giovani, che si è rivelato un flop.
Lo sottolineano i dati della CGIL. Confermano che negli ultimi anni è aumentato in modo esponenziale il numero di tirocinanti e stagisti, senza però alcun tipo di beneficio .per l’occupazione giovanile. In base a ciò, è stata indetta la Giornata Mondiale dello sciopero dei tirocinanti, promossa dalla Coalizione Globale dei Tirocinanti.
Cala la disoccupazione giovanile ma il tasso rimane su livelli allarmanti.
Innescare una nuova fase di crescita, attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro: questa la vera priorità del Paese. – Federconsumatori -. Cala la disoccupazione giovanile, passando dal 39,2% al 37,9%. Un dato che, seppure ridimensionato, continua a campeggiare negativamente. “Il quadro dell’occupazione non presenta alcuna novità incoraggiante.
È questo l’elemento che desta maggiore preoccupazione, visto che consideriamo il lavoro elemento cardine su cui fondare la ripresa.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori ed Adusbef.
Da troppi anni il nostro sistema economico è attanagliato in una crisi che non lascia intravedere spiragli di miglioramento. È ora di intervenire, dando la massima priorità ad interventi che restituiscano lavoro e con esso dignità e speranze ai cittadini. Soprattutto ai giovani.
Osservatorio Nazionale ha calcolato che, se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, quindi ad un 6%, il potere di acquisto delle famiglie registrerebbe un incremento di circa +40 miliardi di euro l’anno. I contributi dei nuovi occupati andrebbero ad accrescere il fondo pensionistico per circa 15 miliardi di euro.
Da tale analisi emerge chiaramente come un intervento per il rilancio dell’occupazione è prioritario al fine di dare nuovo impulso alla domanda interna. Ma soprattutto è indispensabile evitare categoricamente ogni misura ulteriormente depressiva.
A partire dall’aumento delle accise su tabacchi e carburanti. Stando alle ipotesi circolate negli ultimi giorni, comporterebbero ricadute di circa 50-60 euro l’anno”.
Tuttavia la risposta del sistema Italia alle istanze della crisi è frammentata, disomogenea e di gran lunga insufficiente. Per cui in un contesto nazionale ed internazionale così difficile, con una crisi economica prolungata negli anni, è indispensabile seguire con una certa solerzia le linee guida dell’UE in materia di lavoro.
Al legislatore italiano non si può che suggerire di prendere spunto dai sistemi “vincenti” adottati negli altri paesi. Sebbene nella stessa situazione hanno saputo dare risposte concrete ed efficaci alla schiera dei nuovi disoccupati. Tra questi il modello europeo, e in particolar modo dei paesi nordeuropei, è da sempre un punto di riferimento. Sia per le politiche del lavoro adottate, sia per un eccellente sistema di Servizi Per l’Impiego, attraverso il quale la maggior parte di questi provvedimenti trova attuazione sul territorio.
Felicia Bruscino