Lavoro e stereotipi di genere con background migratorio

Lavoro e stereotipi di genere .

Lavoro e stereotipi di genere con background migratorio: fondazione ISMU giunge alla fase finale progetto GRASE, la diffusione delle ricerche e dei materiali elaborati. Il progetto è nato con l’obiettivo di diminuire la discriminazione subita dalle donne con background migratorio nell’ambito del mercato del lavoro.

Lavoro e stereotipi di genere con background migratorio: progetto GRASE

GRASE (Gender and Race Stereotypes Eradication in Labour Market Access) è un progetto biennale, partito nel 2021, finanziato dall’UE, con lo scopo di ridurre la discriminazione presente nei servizi di orientamento al lavoro, nei casi di donne con  background migratorio. Il lavoro si è svolto in sincrono, tra Italia, Spagna e Portogallo, su diversi piani: attraverso l’attivazione di determinate pratiche in comunità selezionate, la ricerca e la raccolta di feedback, seguita da esperti del settore.

La ricerca ha approfondito riguardo i gap sussistenti nei dati, l’approccio internazionale tra genere e background migratorio, le policy attivate nei confronti delle donne migranti e i bias presenti nei software di reclutamento. Tutto ciò ha portato all’elaborazione dei toolkit, prodotto finale del progetto.

Lavoro e stereotipi di genere con background migratorio: toolkit, target e obiettivi

Il toolkit presentato da ISMU è consultabile online e in cartaceo. Lo scopo iniziale era proprio rendere i risultati della ricerca efficienti e fruibili agli operatori e alle operatrici nel settore dell’orientamento al lavoro. Il toolkit è strutturato in:

Proponendo sempre le soluzioni agli ostacoli rintracciabili nell’aiutare la migrante in questione, il toolkit individua nella figura dell’addetto o addetta al servizio, come un “hub di informazioni”, poiché si rende non solo ponte nell’ambito lavorativo, ma anche chiave di lettura per la migrante nell’approccio alla nuova società in cui si trova ad inserirsi. 

GRASE: attivismo nel concreto

Il progetto ha ben in mente le problematiche concrete a cui una migrante donna si affaccia, sia nel sociale che nel mondo lavorativo. Non solo offre un “manuale di soluzioni” che educano gli addetti e le addette al servizio al riconoscere le discriminazioni e gli ostacoli, ma anche all’empatia.

Propone di aiutare la donna migrante a credere in se stessa, ricordandole le proprie possibilità e capacità, non solo in termini di servizi da lei fruibili nel Paese in cui è giunta (servizi come corsi tempestivi di lingua, corsi di studio che rispecchino i titoli presi in passato, anche se non più riconoscibili, o ancora l’attività degli enti di supporto ai lavoratori e alle lavoratrici).

Il toolkit presenta anche delle soluzioni agli ostacoli che si pongono davanti alla migrante in quanto donna (chiedendole appuntamenti da sola, in caso di situazioni in cui, per i ruoli di genere fissati nella cultura d’origine, il marito sia una figura predominante, o esplorando le sue preferenze d’impiego, cercando di oltrepassare le potenziali pressioni da lei subite dai parenti nel suo paese d’origine), in quanto madre (informandola sulle possibilità che il Paese propone per la gestione dei figli e indagando sulla sua effettiva disponibilità di tempo lontana dalla cura dei figli) e infine in quanto migrante.

Il toolkit, difatti, si propone di valorizzare l’esperienza della migrante in quanto tale, chiedendo all’operatore o operatrice al servizio di vedere i problemi come opportunità e capacità, come quella di problem solving, dunque di grande elasticità cognitiva e adattabilità, anche nella comunicazione.

 […] the question of the management of differences should be reformulated in terms of policies for individual empowerment.  […] 

 in “The Diversity Value” – Laura Zanfrini

Rescali S. Priscilla Eva

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