Una bella storia a lieto fine, una decisione controcorrente da ammirare.
Stiamo parlando della vicenda che coinvolge una giovane lavoratrice precaria incinta e un imprenditore veronese. La ragazza, appena 28enne, ha scoperto di essere incinta a due mesi dalla scadenza del suo contratto a tempo determinato. La gioia della dolce attesa si è rapidamente trasformata in paura della disoccupazione. Ma il suo datore di lavoro ha reagito diversamente dalle sue aspettative.
Riccardo Pistollato, 36enne titolare di AgriCenter, società di articoli per il giardinaggio, l’orto e prodotti per l’agricoltura, non appena è venuto a conoscenza della situazione della ragazza, non ci ha pensato su due volte ed ha firmato un contratto a tempo indeterminato. Il datore, anziché lasciarla a casa, ha preferito premiarla per la sua onestà e trasparenza.
“Solo creando una squadra e responsabilizzando i propri collaboratori è possibile lavorare uniti per un obiettivo comune”
La storia è stata raccontata in una conversazione nel gruppo Facebook “Sei di Mogliano Veneto se..”. “Mi ha dato fiducia mettendosi in una situazione potenzialmente vulnerabile, ma se si dà onestà, si ottiene onestà. Spesso gli imprenditori vengono dipinti come approfittatori che pensano solo a fare soldi sulle spalle dei dipendenti. Non è così. Solo creando una squadra e responsabilizzando i propri collaboratori è possibile lavorare uniti per un obiettivo comune”, Riccardo Pistollato spiega in questi termini i motivi del suo gesto. “Avrebbe potuto stare zitta fino al rinnovo del contratto. Era all’inizio della gravidanza: nessuno se ne sarebbe mai accorto. Come datore di lavoro ho immensamente apprezzato l’onestà e l’ho assunta”.
Quando è rientrata dalla maternità lo scorso dicembre ha anche aumentato il suo livello contrattuale, alzandole lo stipendio. “Spero di essere un buon esempio. Ma non funziona dappertutto allo stesso modo. Se non si vede il dipendente come un semplice lavoratore fine a sé stesso, è possibile ricevere qualcosa in cambio che consente di creare una vera squadra. Vale nelle piccole e medie imprese, ma, pur a settori, dovrebbe essere lo stesso anche in quelle grandi”.
Ilaria Genovese