Estate del 1967. Ben ha appena conseguito la laurea e torna a Pasadena, circondato dai genitori, gli amici di famiglia e tanta noia. Ben non ha idea di cosa farà in futuro, ma una cosa è certa: non vuole scivolare nella routine fatta di lavoro, casa e matrimonio. Sulle note di “The sound of silence” di Simon and Garfunkel, il giovane si imbarca in una relazione clandestina con la bella quarantenne Mrs Robinson. Avete riconosciuto il film? Si tratta de “Il laureato” di Mike Nichols.
Dopo aver fatto tanto per fuggire da un futuro voluto dai genitori, Ben finisce per innamorarsi di Elaine, la figlia di Mrs Robinson. In seguito a varie peripezie, il ragazzo si dichiara ad Elaine, in procinto di sposarsi. I due fuggono insieme e salgono su un autobus di passaggio. In una scena ormai celebre, i due giovani, seduti sull’autobus (lei vestita da sposa), si scambiano sguardi raggianti, carichi di complicità. Pochi attimi, e i “fuggiaschi” distolgono lo sguardo l’uno dall’altra, e le loro espressioni cambiano, diventando serie. Elaine forse si è già pentita del suo salto nel vuoto, mentre Ben si sarà reso conto che il futuro da cui ha cercato di fuggire (lavoro, casa, vita di coppia) gli si sta riproponendo.
Sono passati quasi quarant’anni dall’uscita del film, ed è passata molta acqua sotto i ponti: rivoluzioni studentesche, scandali, crisi economiche. Al giorno d’oggi, la vita di un laureato è completamente diversa. Dopo aver passato cinque anni in un mondo ovattato, “protetto” dai genitori che pagano le tasse universitarie, con l’unica responsabilità di studiare e laurearsi in tempo, il giovane che ha appena conseguito la laurea si sente spaesato, un pò come Ben nel film. Solo che nell’Italia del 2016 il lavoro dei sogni dopo la laurea non è una garanzia. Se Ben, in seguito alla laurea, avrebbe trovato sicuramente un buon lavoro in qualche azienda o studio legale, i giovani laureati di oggi devono vedersela con colloqui di lavoro scanditi da “le faremo sapere”, tirocini non sempre pagati e tanta gavetta nella speranza di realizzare il loro sogno nel cassetto.
Prendiamo come esempio Marco, ventiquattrenne laureatosi in tempo, senza andare fuori corso. Marco ha un sogno: trovare un buon lavoro concernente la laurea appena presa e andare a vivere con la sua ragazza. Il ragazzo affronta colloqui su colloqui, ed è sempre più frustrato. Nelle aziende in cui sostiene tali colloqui, sempre la stessa domanda: “Lei non ha mai lavorato?” Come spiegare all’uomo in giacca e cravatta che gli sta davanti che, se ha passato cinque anni a studiare, studiare e studiare, non ha avuto l’opportunità di lavorare? Come spiegargli che non esistono apprendisti con esperienza? Come far capire all’uomo che lo sta osservando che, se nessuno investe sui giovani, essi non hanno la possibilità di fare esperienza sul campo?
Marco è una persona fittizia. O meglio, lui è l’emblema del giovane laureato pieno di speranze, che cerca di farsi strada nel mondo del lavoro, nella vita, e che aspetta che qualcuno gli dia una possibilità. Ben e Marco hanno una cosa in comune: sono dei giovani spaventati. Ben ha paura di un futuro programmato e ricco di “noiose” certezze; Marco ha paura di non riuscire ad avere il futuro stabile che desidera.