Brutto scandalo quello che colpisce l’atletica russa e in generale lo sport mondiale.
La WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) ha mandato un invito (poco gentile) alla federazione internazionale dell’atletica leggera affinché sospenda tutti gli atleti di Mosca dalle gare a seguito di alcuni test antidoping occultati in maniera misteriosa.
La notizia peggiore, è però la provata partecipazione del Governo Russo ai controlli effettuati nei laboratori.
323 sono le pagine del rapporto della WADA nato da un indagine che dura da ben 11 mesi: il governo russo sarebbe indagato per essere intervenuto direttamente nella decisione sui test antidoping da effettuare ai talenti di Mosca, avendo gettato ombra su di essi, e avendo mascherato alcuni controlli.
Come? Tramite il pagamento di tangenti sostanziose nei contributi degli esaminatori che dovevano effettuare i test.
È l’interpol a indagare su corruzione di dirigenti e atleti. L’ex presidente della Iaaf (associazione internazionale delle federazioni di atletica) Lamine Diack, sarebbe stato pagato dalla federazione russa per coprire casi di doping. Il dossier parla di prove di pagamento di tangenti, di esami antidoping mai svolti, campioni distrutti.
La richiesta della WADA è l’esclusione di tutti gli atleti russi per due anni da tutte le competizioni, comprese le Olimpiadi di Rio del 2016, decisione che il governo russo ha rigettato al mittente in quanto la sentenza non spetti all’agenzia dell’antidoping, bensì proprio alla Iaaf.
Iaaf che deciderà durante la riunione di novembre, nella quale dovrà capire se c’è responsabilità diretta o meno del Cremlino, anche se Nel documento si parla di ingerenze dirette, una forma di doping di stato non nel fornire le sostanze dopanti come era dietro la cortina di ferro, ma coprendo le irregolarità e intimidendo chi doveva fare i controlli.
Una situazione gravissima che rischia di rovinare l’immagine dello sport, da sempre diviso dalla burocrazia politica, ma che ora rischia di avere una delle crisi (soprattutto morale) peggiori della storia.