Carabiniere spara alla moglie, uccide le due figlie e si ammazza

Tragedia a Latina. Un carabiniere, finito il suo servizio, è tornato a casa dove prima ha ferito gravemente sua moglie a colpi di pistola. Poi si è barricato nell’abitazione della donna, dove ha ucciso le sue due figlie e poi si è tolto la vita.

A nulla sono serviti i negoziati condotti dai Carabinieri del comando di Latina e dal colonnello Gabriele Vitagliano.

Fonte immagine: radiosienatv.it

 

Il fatto

La tragedia ha avuto inizio questa mattina presto. L’appuntato dei carabinieri  Luigi Capasso, di 44 anni, al termine del suo servizio a Velletri  e ha raggiunto l’abitazione di sua moglie a Collina dei Pini attorno alle 5. Ha atteso la donna, Antonietta Gargiulo di 39 anni, nel garage di casa e le ha sparato tre colpi con la sua arma d’ordinanza, ferendola alla mandibola, all’addome e alla scapola.

A quanto pare i due, che non vivevano più assieme, stavano per separarsi. Ma Capasso non aveva accetto la cosa, tanto che negli ultimi tempi i litigi tra i due coniugi si sarebbero moltiplicati.

Una volta ferita, la donna è stata soccorsa e ricoverata preso l’ospedale San Camillo di Roma in condizione gravissime. Invece Capasso ha preso le chiavi di casa dalla borsa della moglie e si è barricato nell’appartamento tenendo in ostaggio le sue due figlie di 8 e 14 anni. Erano circa le 7 di mattina e a quel punto lo stabile è stato circondato dai carabinieri del comando di Latina.

I militari dell’Arma,  guidati dal Colonnello Gabraiele Vitagliano, hanno cercato di convincerlo ad arrendersi e a liberare le due ragazzine. Le trattative sono andate avanti per ore senza riuscire a fermare la furia omicida dell”uomo.

Poi alcuni vicini di casa hanno riferito di non sentire più le voci delle bambine. I negoziatori hanno capito che non c’era più tempo da perdere e i reparti speciali del Gis hanno fatto irruzione nell’abitazione dove purtroppo hanno trovato i corpi senza vita dell’uomo e delle sue due figlie. Capasso ha ucciso le due bambine e poi si è suicidato.

Michele Lamonaca

 

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