Sbarazzatevi del vostro portafoglio e preparate i vostri telefoni! Dopo aver digitalizzato la carte di credito adesso è il turno dei documenti di riconoscimento: carta d’identità e patente potranno essere utilizzate sullo smartphone.
La nuova frontiera di Google e Qualcomm
Il progetto “Identity Credential” nasce dall’intensa collaborazione tra il motore di ricerca di Mountain View e l’azienda “Qualcomm“, leader nella produzione di chip e nello sviluppo in ambito telefonico. Ebbene, grazie all’aggiornamento di “Android R” (o “Android 11”), che entrerà nel mercato nel 2020, tale servizio diventerà finalmente fruibile. “Identity Credential”, tuttavia, rimane per il momento riservato ai soli telefoni “top” di gamma. Infatti, verrà sfruttata la potenza della rete 5G e il chip “Snapdragon 865”, prodotto da Qualcomm e rinominato “la bestia” per le sue elevate prestazioni.
Le aspettative sono più che positive di fronte ad una rivoluzionaria gestione dei dati e del riconoscimento identitario: stando ai dati di Qualcomm, infatti, entro il 2025 quasi 3 miliardi di persone utilizzeranno la rete 5G, rivoluzionando così la connettività nel mondo.
Un nuovo tipo di telefono
Non è scontato che tutti i produttori di telefoni accolgano “Identity Credential” all’interno dei loro smartphone: la scelta sarà a discrezione dei singoli marchi. Nel caso però che un’azienda decidesse di non abbracciare tale servizio, questo, in un prossimo futuro, potrebbe ricadere inevitabilmente sull’acquirente; tale servizio potrà rivelarsi, potenzialmente, fondamentale per quelle piccole azioni che richiedono un utilizzo dei documenti di riconoscimento.
D’altra parte, la presenza dei documenti all’interno del proprio telefono rende indispensabile fare delle piccole accortezze. Innanzitutto la questione della batteria: infatti se i documenti sono nel telefono, nello sventurato caso che dovesse spegnersi, come ci si può identificare? A quanto pare Android sta sviluppando una modalità che permette di visualizzare sullo schermo le proprie credenziali, anche a batteria molto bassa o addirittura scarica.
La sicurezza?
Funzionalità come queste trasformano il telefono in uno strumento del tutto nuovo, permettendo di avvicinare i futuri acquirenti verso una dimensione originale della condivisione dei dati. Se da parte cresce la curiosità verso quest’ultima frontiera tecnologica, d’altra parte non può mancare lo scetticismo dei tanti che vedono la loro sicurezza messa in pericolo. Affidando così tanti dati sensibili ad un solo oggetto come si può essere più sicuri? Nel caso in cui qualcuno dovesse rubasse un telefono sarebbe messa a serio rischio la privacy di una persona? A quanto risulta non sarà possibile sottrarre i dati, estorcendoli con la forza o hackerandoli per via informatica. In entrambi i casi sarà richiesto un’ulteriore verifica attraverso i dati biometrici, permettendo di risalire sempre all’effettivo proprietario del telefono e delle credenziali.
Quando si parla di Google e di sicurezza dei dati è sempre doveroso stare attenti, dietro la facciata del buonismo e del rinnovamento tecnologico sono sempre all’erta imboscate indirizzate alla nostra libertà individuale, informatica e non. Le recenti azioni del colosso Californiano, a questo proposito, non sono del tutto rassicuranti.
Jacopo Senni