L’Afghanistan è il principale produttore di metanfetamine, e questa drammatica realtà sta attirando l’attenzione del mondo intero. Questo dato preoccupante rivela una crescente sfida per il paese e la comunità internazionale, poiché la produzione di questa potente droga sintetica sta raggiungendo livelli senza precedenti. Tale tendenza solleva una serie di questioni cruciali che richiedono un’analisi più approfondita e un’azione concertata.
Un nuovo rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha gettato luce su una tendenza allarmante: l’Afghanistan è diventato il principale produttore di metanfetamine in rapida crescita a livello mondiale. Questo fenomeno, rivelato nel rapporto pubblicato dall’agenzia antidroga delle Nazioni Unite, solleva serie preoccupazioni per la salute e la sicurezza nazionale e regionale.
Secondo il rapporto dell’UNODC, la metanfetamina prodotta in Afghanistan ha origine principalmente dalla pianta dell’efedra, che cresce naturalmente o viene coltivata con sostanze legalmente disponibili nel paese. Questa sostanza sintetica altamente potente sta emergendo come una grave minaccia, con il potenziale per alimentare la dipendenza e destabilizzare il mercato delle droghe sintetiche.
Un dato che illustra l’entità di questa emergenza è il notevole aumento dei sequestri annuali di metanfetamina in Afghanistan. Nel 2019, le autorità hanno sequestrato solamente 220 libbre di questa sostanza, ma nel 2021 il numero è schizzato a 6.000 libbre. Questo aumento straordinario suggerisce una crescente produzione di metanfetamine nel paese, anche se il rapporto non fornisce dati precisi sulla quantità totale prodotta o sul suo valore di mercato.
Angela Me, capo del dipartimento di ricerca e analisi delle tendenze dell’UNODC, ha spiegato che la produzione di metanfetamine in Afghanistan presenta alcune peculiarità rispetto ad altre droghe, come cocaina ed eroina. Questo fenomeno sembra essere favorito da diverse variabili, tra cui la presenza di efedra, la disponibilità di sostanze chimiche legali e, probabilmente, un certo grado di complicità o mancanza di controllo da parte delle autorità locali.
Tuttavia, va sottolineato che il governo afghano gestito dai talebani ha preso alcune misure contro la produzione di droghe. Nel 2022, un rapporto delle Nazioni Unite ha rivelato che sono state distrutte 644 fabbriche di narcotici e circa 12.000 acri di terreno dedicato alla coltivazione di oppio, una delle principali materie prime per la produzione di eroina.
Un aspetto altrettanto inquietante è l’impatto devastante sulla salute della popolazione afghana. Secondo un funzionario sanitario che ha parlato con l’Associated Press in forma anonima, circa 20.000 afgani sono attualmente ricoverati negli ospedali a causa della loro dipendenza dalla droga, principalmente dalla metanfetamina. Questo sottolinea la necessità urgente di affrontare il problema della droga non solo dal punto di vista della sicurezza nazionale, ma anche dal punto di vista della salute pubblica.
Infine, è preoccupante notare che la metanfetamina sospettata di provenire dall’Afghanistan è già stata rinvenuta in diverse parti del mondo, tra cui l’Africa orientale e l’Unione europea. Questo solleva il timore che la crescente produzione afghana possa avere un impatto negativo a livello globale, alimentando la diffusione delle metanfetamine e mettendo in pericolo la salute di molte persone.
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Il rapido aumento della produzione di metanfetamine in Afghanistan è una tendenza allarmante che richiede un’azione immediata a livello nazionale e internazionale. La lotta contro la produzione e il traffico di droghe sintetiche deve essere intensificata per prevenire una crisi sanitaria e di sicurezza sempre più grave.