A volte ci si può divertire o emozionare talmente tanto in un sogno da restarci male al risveglio. Credere di riuscire a ricordarselo e invece dopo il caffè già si fatica a ricordare dove si era. Tutto aveva un senso a occhi chiusi, c’era un perchè e ne ricordiamo le sensazioni.
Esiste però una categoria particolare di sogni che non solo si può ricordare ma addirittura controllare: i sogni lucidi. Anche detto sogno cosciente, proprio perchè non si è più un semplici spettatori, ma si può interagire con l’ambiente onirico.
Chi non si è mai svegliato in preda all’ansia o spaventato, per poi digitare su google una serie di parole alla ricerca del significato del sogno appena fatto. Nel caso di un sogno lucido immaginate di avere la possibilità di vivere il sogno in maniera cosciente, esplorare l’ambiente, conoscerne i personaggi e vincere le leggi della fisica.
In oriente il fenomeno è più che conosciuto, al di là dei riti iniziatici dello sciamanesimo, la sua pratica è parte della tradizione Buddista e Taoista. Considerata come una via per accedere a livelli superiori di consapevolezza. Ma quest’aura esoterica non deve pregiudicare la veridicità di quest’esperienza, trattata anche da Aristotele e poi da Tommaso D’Acquino.
E’ un evento che capita a tutti almeno una volta nella vita. Col passare dei secoli si sono sviluppate vere e proprie tecniche per potenziare quest’abilità. Si stima infatti che in occidente il 20% della popolazione viva l’esperienza regolarmente.
Secondo gli studi di Stephen Laberge, i sogni lucidi si presentano durante la fase REM (Rapyd Eyes movement) del sonno, ovvero l’ultima fase del ciclo del sonno in cui il cervello è in piena attività ma il tono muscolare e scheletrico al minimo. Durante la notte si verificano diversi cicli del sonno ( circa 90 minuti), caratterizzati dal passaggio attraverso i vari stadi del sonno e la fase REM è proprio quella in cui sogniamo. In totale durante la notte, il sonno REM costituisce circa il 25% della durata totale del sonno.
Il primo esperimento sui sogni lucidi risale al 1978, ad opera del dottor Keith Hearne che studiò appunto il ciclo del sonno di un Alan Worsley, un onironauta cioè un viaggiatore dei sogni. Oltre ad effettuare una serie di registrazioni polisonnografiche per analizzare i suoi parametri fisiologici durante la notte, gli chiese di compiere dei movimenti oculari durante la fase REM. In questa fase del sonno non dovremmo essere in grado di comandare qualunque tipo di movimento, ma Worsley ci riuscì.
L’onironautica: i benefici di controllare i propri sogni
Si tratta di onironautica , appunto la disciplina del prender coscienza durante i sogni e come muoversi al loro interno. L’apprendimento di queste tecniche richiede una pratica costante e una certa propensione. Si usa infatti distinguere i sogni lucidi in base proprio al livello di lucidità durante l’esperienza. Si và dal sogno in cui ci si domanda semplicemente se si sta sognando, fino alla piena coscienza di ciò che sta accadendo.
Il recente interesse della comunità scientifica è motivato dall’impatto che un sogno lucido può avere sulla vita reale. Oltre ad essere una porta per entrare in contatto col proprio inconscio, l’esperienza può essere utilizzata come una vera e propria palestra. Prevedere, analizzare situazioni per educare non solo ad approcci più creativi, ma anche per allenare le proprie capacità di risposta. Abituarsi alla visione della realtà soggettiva nei sogni per acquisire un atteggiamento proattivo nella vita di tutti i giorni.
Proprio perchè un sogno ludicido è facile da ricordare, sono importanti i suoi possibili effetti terapeutici. L’esperienza può essere sfruttata per la creazione di immagini mentali potenti per risolvere diversi disturbi come ad esempio quelli da stress post-traumatico. L’idea di base in questo caso è che una graduale esposizione all’esperienza ansiogena durante il sonno prepari lentamente ad un approccio anche nella vita reale allo stimolo fobico.
Secondo lo studio In The Effect of Intentional Dreaming on Depression del 2011 condotto all’università di Palo Alto, praticare l’onironautica è utile per liberarsi da pensieri negativi, ansiogeni o profezie negative che si autoadempiono. Dai risultati dello studio emergono infatti miglioramenti dell’umore e una maggiore vividezza sensoriale.
Valeria Zoppo