Di solito, i giovani talenti stranieri ingaggiati dalle squadre di Serie A per i loro settori giovanili sono predestinati. Ragazzi che fin da bambini hanno giocato a calcio e sognato di diventare calciatori. Spesso le loro giocate si possono già ammirare su Youtube. Diverso è il caso di Larson Koulibaly, classe 2003, appena acquistato dalla Lazio per la sua selezione Under 18 e presentato nei giorni scorsi.
La storia di Larson Koulibaly
Il diciasettenne Koulibaly, infatti, fino a diciotto mesi fa, del pallone non si era mai occupato. Nato in Costa d’Avorio, un anno e mezzo fa, a soli sedici anni, è salito da solo su uno di quei barconi che tanti migranti hanno trasportato dalle coste dell’Africa a quelle italiane. Un gesto di grande coraggio, motivato dalla terribile infanzia vissuta nella capitale ivoriana Yamoussoukro.
Accolto in una “casa protetta” del Comune di Roma, dove continuerà a soggiornare fino al compimento della maggiore età, ad aprile, qui Koulibaly è entrato in contatto con il calcio. Immediatamente, il giovane ivoriano si è messo in mostra. Le sue qualità hanno convinto uno degli assistenti sociali che lo seguiva a contattare il responsabile del settore giovanile della Lazio, Mauro Bianchessi, con cui ha un rapporto di amicizia.
Così, dopo un provino, che ha subito convinto il club biancoceleste, è arrivata la decisione della Lazio di tesserarlo per la squadra Under 18, allenata da Tommaso Rocchi. Il percorso per il tesseramento non è stato facile, a causa della minore età del ragazzo e del suo passaporto extracomunitario. E’ stato necessario un lungo iter burocratico, conclusosi solo il 28 dicembre, dopo otto mesi di lavori con la Uefa.
“Farà parlare di sè”
“Quando torneremo a giocare, tra l’8 ed il 14 febbraio, inizierà a far parlare di sé”. Così si è espresso nel corso della presentazione alla stampa di Koulibaly, avvenuta allo stadio Olimpico, il responsabile del settore giovanile della Lazio, Bianchessi, come riporta Repubblica. “Non ha solo grandi doti atletiche, ma anche una tecnica incredibile”, ha continuato. “Ha visione di gioco ed è ambidestro, farà la mezzala. Vi consiglio di venirlo a vedere. Sarà una sorpresa. Un mio amico, un assistente sociale, mi ha chiesto di osservarlo. Così l’abbiamo fatto venire a Formello e quando l’ho visto non potevo crederci. Non ho mai visto nessuno giocare così senza aver mai fatto calcio. Di segnalazioni ne ricevo tante, non pensavo di trovare un ragazzo del genere”.
Ora toccherà al giovane ivoriano dimostrare tutto il proprio valore sul campo da gioco, ma la sua storia è la dimostrazione che il talento può ancora essere premiato a prescindere dal curriculum e dalle difficoltà che la vita può riservare.
Simone Guandalini