L’Armenia ha riconosciuto la Palestina come Stato libero e indipendente

Armenia ha riconosciuto la Palestina come libera e indipendente

In un contesto internazionale caratterizzato da crescenti tensioni e da un’urgente crisi umanitaria a seguito dell’occupazione israeliana nella Striscia di Gaza, l’Armenia ha riconosciuto la Palestina come Stato libero e indipendente, compiendo così un passo significativo verso la stabilità e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese. Il ministero degli Esteri armeno ha annunciato, quest’oggi, il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina. Questo gesto, oltre a instaurare relazioni diplomatiche formali, rappresenta un’importante affermazione della sovranità palestinese e del diritto all’autodeterminazione. L’annuncio è stato motivato dalla volontà di contribuire a una riconciliazione tra israeliani e palestinesi e di promuovere la pace attraverso la soluzione dei due stati, un approccio sostenuto da anni di trattative internazionali.

Annuncio del ministero degli Esteri armeno: l’Armenia ha riconosciuto la Palestina

Questa mattina, il ministero degli Esteri dell’Armenia ha ufficialmente annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina. Il fatto che l’Armenia ha riconosciuto la Palestina, dichiarando il suo sostegno per la liberazione contro l’apartheid israeliana, implica l’avvio di relazioni diplomatiche ufficiali. Inoltre, tale atto riconosce formalmente la sovranità dei confini del territorio palestinese e il diritto all’autodeterminazione del suo popolo.

La notizia che l’Armenia ha riconosciuto lo Stato di Palestina è stata data dall’agenzia stampa russa TASS, che ha citato le parole del ministro degli esteri armeno sul sito ufficiale. A seguito dell’esternazione, non sono mancate le polemiche da parte di Israele. Il ministero degli affari esteri israeliano ha infatti rimproverato il suo omonimo armeno per aver riconosciuto la Palestina. Nonostante ciò, il viceministro degli esteri armeno Vahan Kostanyan ha parlato di una “catastrofica situazione umanitaria a Gaza in corso, che richiede una soluzione”

Il ministero degli Esteri armeno ha giustificato il riconoscimento dello Stato di Palestina con la grave crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. Ha dichiarato che l’Armenia ha riconosciuto la Palestina con l’obiettivo di favorire una “riconciliazione tra il popolo ebraico e quello palestinese”. La dichiarazione ha sottolineato l’importanza della soluzione dei due stati, un approccio che prevede una convivenza pacifica tra israeliani e palestinesi in due stati distinti, uno israeliano e uno palestinese, un tipo di soluzione che, non senza critiche, è sempre stato al centro del dibattito dall’inizio dell’occupazione israeliana delle terre palestinesi. Il ministero ha anche chiesto un cessate il fuoco immediato e il rilascio incondizionato degli ostaggi a Gaza.

Il comunicato sottolinea inoltre che l’Armenia ha sempre approvato le risoluzioni ONU per il cessate il fuoco immediato a Gaza. Inoltre, si è reso uno degli stati più impegnati nella pace in Medio Oriente, attraverso l’uso di diplomazia e piattaforme internazionali. Il comunicato si conclude con un’ulteriore specifica che l’Armenia ha riconosciuto la Palestina nel nome del diritto internazionale e dei principi di uguaglianza, sovranità e coesistenza pacifica. 

Il contesto internazionale

Attualmente, lo Stato di Palestina è riconosciuto da circa tre quarti dei membri delle Nazioni Unite. Questo gruppo comprende la maggior parte degli stati dell’America Latina, dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa orientale. L’Italia non riconosce formalmente lo Stato di Palestina ma vuole gestire comunque le relazioni con le autorità palestinesi. Il riconoscimento da parte dell’Armenia si inserisce in un contesto internazionale in cui diversi stati, anche europei, hanno compiuto passi simili, soprattutto in seguito all’inizio delle ostilità nella Striscia di Gaza.



L’Armenia ha riconosciuto la Palestina anche perché, a livello storico internazionale, si colloca in una posizione ben precisa, che la pone in antagonismo con Israele. Nel conflitto nella regione del Nagorno-Karabakh, che vede Armenia e Azerbaijan combattere, le forze azere sono fortemente aiutate e finanziate dall’esercito israeliano. In particolare, l’Azerbaijan ha sempre usato i missili balistici LORA, di fabbricazione israeliana. 

Inoltre, Israele si è sempre dimostrato un fedele alleato dello Stato azero, avendolo riconosciuto sin dai primi giorni della sua indipendenza e instaurando così rapporti di alleanza militare e culturale tra lo Stato ebraico e quello musulmano sciita. Le relazioni diplomatiche e commerciali tra i due alleati si sono sempre mantenute, tra il traffico di armi e quello di petrolio e gas. Inoltre, secondo fonti straniere, l’alleanza ha sempre permesso allo Stato di Netanyahu di “controllare” i movimenti e le informazioni sull’Iran. 

La crisi umanitaria e la soluzione dei due stati

L’Armenia ha riconosciuto la Palestina motivando, come primo punto, la decisione in quanto una necessaria manovra per fermare la crisi umanitaria in atto nella Striscia di Gaza e creare i due Stati di Palestina e Israele in una pacifica convivenza. Questo passo in avanti assume particolare rilevanza in un contesto come quello palestinese, dove la sovranità territoriale e il diritto all’autodeterminazione sono questioni centrali e molto dibattute.

L’Armenia ha riconosciuto la Palestina, sottolineando la volontà di contribuire alla risoluzione del conflitto e alla promozione della stabilità e della sicurezza per entrambi i popoli coinvolti. Mentre la comunità internazionale continua a cercare soluzioni durature ma poco efficaci, mentre continua a guardare la più grande strage umanitaria, ogni nuovo riconoscimento contribuisce a costruire un quadro più ampio di legittimità e supporto per il popolo palestinese.

Intanto, ci troviamo al 259° giorno di pulizia etnica nelle terre palestinesi. Lo stato di apartheid, sempre finanziato da USA e Europa, non si ferma. Israele ha bombardato, anche nella scorsa notte, tendopoli e altri sfollati nella Striscia di Gaza, dopo aver definito determinate aree come “zone sicure”. Secondo le informazioni dei media, dopo gli attacchi della scorsa notte, ci sarebbero decine di feriti e almeno 17 morti. 

Lucrezia Agliani

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