“Vengano infine le alte allegrie,
le ardenti aurore, le notti calme,
venga la pace agognata, le armonie,
e il riscatto del frutto, e il fiore delle anime.
Che vengano, amor mio, perché
questi giorni son di stanchezza mortale,
di rabbia e agonia
e nulla.”
Josè Saramago
Abbiamo scritto tanto, in questo 2016: abbiamo “girato” il mondo, raccontato di scoperte, soddisfatto curiosità e riportato fatti di cronaca che, per quanto drammatici, hanno reso difficoltoso anche il sol parlarne.
Abbiamo cercato di farvi sorridere quando quello che scrivevamo ci aveva deliziato e vi abbiamo fatto indispettire quando quello che scrivevamo ci aveva amareggiato e abbiamo sperato di emozionarvi quando quello che scrivevamo ci aveva commosso. Ad ogni modo, abbiamo provato a creare tra noi e voi un ponte dal quale osservare la realtà da una prospettiva diversa: quella che ognuno, ognuna di noi ed ognuno, ognuna di voi, ha scelto; ad ogni modo, abbiamo proseguito a piedi lungo questo ponte, affinché il traffico delle vane parole non impedisse il nostro e il vostro passo ed affinché ciascuno e ciascuna fosse libero e libera di camminare, di correre, di deviare, di sostare; ad ogni modo, abbiamo abbracciato il vento, contato le stelle, parlato con il cielo e abbiamo cercato di coinvolgervi in questo dialogo. E speriamo di esserci riusciti e riuscite.
Per l’anno che sta per bussare a porte e finestre, con la spregiudicatezza con cui lo fa il Tempo che non aspetta di sentirsi concedere il permesso, noi auguriamo a tutti voi e a tutte voi dei giorni diversi da quelli che abbiamo vissuto, di cui abbiamo scritto e di cui avete letto: che non ci siano più ingiustizie e vergognose omertà come quelle che hanno stuprato la memoria di Stefano Cucchi, che non ci siano più vite offese e ridotte ad una fuga continua come quella di Tiziana Cantone, che non ci siano più cadaveri da conteggiare e a cui dare un Nome e da riportare tra le braccia amate ed amanti di chi dispera.
Che non ci siano vittime di Terre contaminate da veleni e dall’indifferenza di chi dovrebbe intervenire, che non ci siano Mari i cui abissi sono pieni di desideri non realizzati e di storie interrotte, che non ci siano cieli tristi su bambini e bambine violati e violate, di cui l’infanzia è stata cancellata e di cui gli occhi nascondono le atrocità che non avrebbero mai dovuto conoscere.
Che l’obiettivo di istituzioni e di enti non sia quello di insegnare metodi ed atteggiamenti per non farsi stuprare ma che sia quello di trasmettere sentimenti e delicatezze affinché lo stupro non sia più una minaccia perenne ed una drammatica piaga.
Che i veri eroi tornino ad essere coloro che non uccidono e non coloro che lo fanno e che facendolo compiono il bene: la vera bella notizia la riconosceremo dall’eco della Pace, non da quella della vendetta.
Che la Persona sia rispettata, indipendentemente dall’età, dall’orientamento sessuale, dal ruolo che ricopre e dalla lingua che parla.
Che la televisione e i media non inducano alla scelta del cambiamento e al ricorso alla chirurgia estetica per non subire mortificazioni ma che insegnino il rispetto per se stessi, per stesse e per ogni altro ed ogni altra, in quanto Persone, in quanto Volti e in quanto Corpi.
Che le notizie da noi riferite, abbiano il sapore della rinascita e il profumo della verità, della giustizia e del rispetto; che le marce di cui racconteremo, abbiano il passo della vittoria, quella vera, quella leale, quella che è per tutti e per tutte; che i nostri monologhi pronunciati durante le passeggiate a cui vi inviteremo, abbiano il tono della voglia di vivere e quel sottile soffio di nostalgia che, come dice Cesare Pavese, ci ricorda che siamo umani. Nonostante tutto, siamo umani, umane: che il nuovo anno ce lo ricordi senza che questo ci spaventi né ci crei frustrazioni né ci esalti fino alla cecità.
Che la Vita sia vissuta e raccontata e letta perché vivere, oltre ad essere estremamente interessante, è anche dannatamente meraviglioso.
Vi auguriamo, ci auguriamo tanto, tanto, tanto Tempo che ci permetta di scrivere e che ci permetta di leggere, di conoscere, di sapere e di essere liberi e libere.
Un buon Anno, un buon Tempo.
Deborah Biasco