Il 10 gennaio il Guardian ha pubblicato la lista periodicamente stilata dalla polizia anti-terrorismo inglese riguardo i gruppi politici e religiosi da ritenersi pericolosi. Lo scorso novembre il documento ha iniziato circolare tra autorità locali ed insegnanti, incaricati di segnalare coloro che potrebbero essere vicini a gruppi terroristi.
In breve tempo l’articolo in questione ha scavalcato i confini del Regno Unito ed è diventato il fulcro di un dibattito internazionale. Infatti nella lista figura, accanto ai gruppi neonazisti, neofascisti e agli estremisti islamici, Extinction Rebellion. Secondo la polizia inglese dunque l’ambientalismo è come il neofascismo.
Extinction Rebellion (abbreviato XR) è un movimento nato in Inghilterra sulla scia degli scioperi globali per il clima inaugurati da Greta Thunberg. XR si è diffuso in breve tempo in tutta Europa, contando tra le sue fila non solo giovanissimi studenti ma anche professori. Pacifico e non violento, questo movimento ambientalista sarebbe da considerarsi estremista e pericoloso.
XR si muove attraverso vari tipi di azioni organizzate da gruppi che hanno uno specifico riferimento territoriale. Tra le più note ci sono i blocchi stradali organizzati a Londra e Manchester per protestare contro i livelli illegali di inquinamento dell’aria, per i quali anche l’UE ha fatto pressione sul governo. Più recente è la protesta davanti all’ambasciata australiana che ora altri gruppi dell’organizzazione stanno replicando in tutto il mondo.
Gli attivisti di XR utilizzano la disobeddienza civile, ripudiando qualsiasi forma di violenza, per attirare l’attenzione delle figure politiche rispetto alla crisi climatica. Le loro proteste sono molto spesso dei veri e propri show, con tanto di costumi di scena.
Ad aver fatto notizia è stata soprattutto l’appartenenza al gruppo di moltissimi docenti inglesi come Tim Jones, intervistato dal Guardian lo scorso dicembre. Jones, che a 34 anni ha raggiunto il posto stabile di insegnante, si è dimesso dopo essere entrato in Extinction Rebellion. Al quotidiano inglese l’ex professore ha dichiarato di non poter più sostenere il modo in cui la scuola contribuisse al problema climatico. Molti insegnanti hanno seguito il suo esempio, passando dal posto fisso al lavoro non retribuito di attivista per il clima. Alcuni hanno scelto volontariamente la strada delle dimissioni, altri vi sono stati indotti dal preside della scuola che ha spesso messo in cattiva luce l’influenza dell’ambientalismo sui ragazzi. Tuttavia dire che l’ambientalismo è come il neofascismo significa fare ancora di più, ossia classificarlo come idelogia estremista e quindi perseguibile.
La lista dei gruppi terroristi elaborata dalla polizia inglese affianca XR, simbolo dell’attivismo ambientalista in Inghilterra, all’Isis o ai neofascisti. Citando letteralmente il documento “anche se non violento, XR potrebbe incoraggiare altri tipi di trasgressioni alla legge”. Molto spesso infatti gli stessi attivisti hanno lo scopo di essere arrestati. Ciò che preoccupa le autorità sarebbe la loro “filosofia anti-sistema”. Il documento che è probabilmente nelle mani di tutti gli insegnanti del Sud-Est inglese li incoraggia a segnalare all’anti-terrorismo chiunque “parli in termini molto emotivi di problematiche ambientali”.
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L’ambientalismo è come il neofascismo perchè sarebbe in grado di portare le persone a commettere atti violenti nonostante XR sia dichiaratamente non violento. In pratica il documento, seppure riferendosi nello specifico ad un solo gruppo ambientalista, classifica l’intera ideologia come estremista e pericolosa. Il problema risiederebbe nell’effetto che una verità scientifica come il cambiamento climatico può avere sulle persone. Ansia, paranoia e tendenze suicide, particolarmente pericolose negli adolescenti, sono tra questi effetti.
Ecco perché un caso che oggettivamente riguarda esclusivamente l’unità di polizia anti-terrorista del Sud-Est britannico ha assunto una portata internazionale. Ad essere colpito è in generale il modo in cui guardare ai teenager ambientalisti. Si tratta in fondo di un’ovvia conclusione se consideriamo la linea seguita dai media nel raccontare Greta e il movimento Friday for Future. Ci si è focalizzati maggiormente sulla sindrome di Asperger e presunti complotti e cospirazioni, fantasticando sull’esistenza di oscure figure che hanno mobilitato le masse di adolescenti. Molto di meno si è parlato di cambiamento climatico, termini entro cui agire, risultati scientifici risalenti già agli anni 50 e accordi internazionali che non sono mai arrivati a riempire le prime pagine.
XR era già finito nel mirino a luglio quando era stato oggetto di un rapporto di Policy Exchange. In quest’occasione al movimento era stata attribuita una “pericolosa agenda politica”. Non a caso queste parole venivano pubblicate da un gruppo di esperti vicino ai conservatori inglesi e che gode del sostegno economico dei giganti dei combustibili fossili.
Il capo dell’anti-terrorismo ha dato le sue scuse ufficiali. La promessa è di ritarare la lista dalla circolazione ma XR pretende che venga totalmente riscritta e gli attivisti sono pronti ad intraprendere la via legale. Il capo della polizia ha dichiarato che si è trattato di un semplice errore, tuttavia ad oggi le autorità non sono in grado di stabilire a quante persone possano aver ricevuto il messaggio “gli attivisti per il clima sono estremisti e pericolosi”.
L’intera storia di persecuzione nei confronti di XR si inserisce in un quadro più ampio: il tentativo delle destre, spesso estremiste, di classificare le opposizioni come pericolose. In una fase in cui l’estremismo è ancora maggiormente malvisto, mentre si assumono posizioni politiche che non hanno nulla di moderato ci si preoccupa però di farle apparire tali. La strategia migliore è quindi canalizzare la paura degli estremismi su specifici bersagli. Lo vediamo quotidianamente con l’islamofobia in Italia, in UK tra i gruppi da cui essere terrorizzati ci sono finiti gli ambientalisti.
La destra inglese, tra le più forti attualmente in Europa come confermano le ultime elezioni, sta intraprendendo una sistematica campagna che dice “l’ambientalismo è come il neofascismo: pericoloso e estremista”. Una strategia che mira a spaventare adulti e ragazzi in modo da tenerli lontani dalla loro rivendicazione di giustizia climatica. Ciò che XR chiede è infatti particolarmente scomodo per un governo che si appresta ad uscire dall’UE, perdendo quindi la titolarità di svariati obblighi ambientali, con un premier – Boris Johnson – a cui nulla importa della crisi climatica.