Di Francesca de Carolis
Solo qualche breve appunto, richiamato dalla tremenda vicenda della giovane madre che ha ucciso la figlioletta, e rileggendo parole a proposito del complesso di Medea…
Senza voler assolutamente entrare nel merito, né della cronaca, né dei percorsi della mente… ma, molto a margine, pensando a Medea, e al peso insostenibile del suo terribile destino, se per noi tutti è ormai il prototipo della madre assassina. Già, la madre assassina come ce la tramanda Euripide che nella sua tragedia racconta della maga tradita e ripudiata da Giasone e che, folle di gelosia e ferita nell’orgoglio, uccide i figli avuti da lui.
Condannata dalla morale, dagli Dei e dalla Storia, è questa l’unica Medea che noi conosciamo, che riappare in noi come immagine paurosa e mostruosa, gravida di colpe inemendabili… ogni volta che, e purtroppo accade, ci troviamo di fronte a vicende dolorose e atroci come questa della giovane madre che ha ucciso la sua bambina.
Eppure…
“Non riuscivo a crederci. Possibile che una guaritrice ed esperta di magia che doveva essere emersa da antichissimi sostrati mitici, da epoche in cui i figli erano il bene supremo di una tribù e in cui le madri venivano tenute in grande stima proprio per la loro capacità di perpetrare la stirpe, proprio lei avesse ucciso i propri figli?”.
Così si era interrogata, all’inizio degli anni ’90, Christa Wolf che entra allora in contatto con Margot Schmidt, una studiosa del mondo antico, di Basilea, e da questa viene portata sulle tracce di tutt’altra storia.
Secondo gli studi e i documenti trovati dalla Schmidt, fonti antiche parlano piuttosto dei tentativi di Medea di salvare i suoi figli dall’aggressione della gente di Corinto, documenti ben antecedenti a Euripide, che sarebbe stato il primo ad attribuire a Medea l’infanticidio.
Così la Wolf, ripercorrendo le strade del mito, studiando, analizzando frammenti, ci racconta di un’altra Medea, componendo un romanzo appassionato e appassionante. “Medea, voci”.
La Medea che ci restituisce la scrittrice tedesca è tutta nella storia della donna straniera, che viene dalla Colchide, che non ha ucciso i suoi figli, ma che dalla gente di Corinto viene respinta ed emarginata, e sarà quella gente a uccidere i suoi figli. La sua colpa? Essere irriducibile alle regole del potere e avere scoperto il crimine sul quale era fondato il regno di Corinto.
Da leggere, questa vicenda, anche come una storia sul potere, su una cultura “definita sempre più da valori e bisogni maschili che crea la paura della donna…”
Ed Euripide, che dà voce a questa cultura, sembra che avesse manipolato la realtà per assolvere gli abitanti di Corinto, colpevoli di aver massacrato i figli di Medea. Insomma, ragion di stato… Un saggio di Anna Chiaroni, a postfazione del libro (pubblicato dall’editore e/o), richiamando la storiografia antica, parla del dettaglio dei quindici talenti che Euripide avrebbe ricevuto per scrivere la sua tragedia, modificando la vera storia. Un’opera di mistificazione, che gli studiosi sembra conoscessero da tempo. Quindici talenti d’argento… per ben costruire un mito che è arrivato fino a noi.
Christa Wolf, ribaltando tutto questo, ripercorrendo i miti antichi, ci regala un bellissimo romanzo, che, insieme all’immagine di una donna forte e generosa, di una donna che “prima di ucciderti dovranno uccidere il tuo orgoglio” … , ci apre al dubbio. Che sempre dovremmo avere davanti a tante consolidate certezze.
E se volete andare più a fondo, c’è un altro libro con cui accompagnarsi: “L’altra Medea, premesse a un romanzo”, che racconta e tutto spiega il percorso seguito dalla scrittrice, le sue riflessioni…
Un percorso complesso e interessantissimo. Ne riporto qualche piccolo passo.
“Credo che la figura di Medea tratteggiata da Euripide sia ineguagliabile, così grande nella sua selvatichezza, che è impossibile misurarcisi. Ma può anche capitare che oggi qualcuno si interroghi su quel tipo di impostazione e si permetta di proporre un’altra versione (…). La mitologia è un paesaggio così ricco di fonti e così bello che ci si può muovere davvero liberamente. Esistono almeno una dozzina di fonti diverse sulle sorti di Medea. In una è regina di Corinto, in altre si narra che venga sollevata da terra dal carro di Atena… Ci sono moltissime fonti diverse, e libera e disinvolta ho potuto andare a cercarmi quel che mi interessava. Infatti, la maggior parte di ciò che trova nel libro non si basa sulle fonti ma è inventato. Quello che propone il libro sono modelli…”
Pensando agli scrittori, i veri scrittori, che magicamente capaci di attraversare le barriere del tempo, indagando il passato anticipano il futuro. E ci regalano voci, non per assolvere o condannare, ma per aiutarci a non lasciarci imprigionare nella trappola dei luoghi comuni…