L’allarme di Ylva Johansson all’Unione europea: gli sbarchi dalla Libia sono aumentati del 600%

Ylva Johansson, commissaria Ue agli Affari Interni.

Ylva Johansson, commissaria Ue agli Affari Interni, è intervenuta in Planetaria al Parlamento europeo durante il dibattito sulle attività Sar, affermando che il bilancio di partenze migratorie dalla Libia verso i Paesi europei ha subito un aumento del 600% rispetto allo scorso anno.

L’Unione europea si trova costretta a focalizzarsi nuovamente sulle partenze provenienti dalla Libia e la preoccupazione maggiore arriva dalla Cirenaica, controllata dal generale Kalifa Haftar. Qui, la situazione risulta essere una tra le più complesse dell’emergenza migratoria, come affermato dall’intervento di Ylva Johansson.

Ylva Johansson sollecita l’Ue a velocizzare le tempistiche per gli accordi sulle migrazioni

Come già affermato nelle scorse settimane quando visitò l’hotspot di Lampedusa con il ministro degli Interni Piantedosi, Ylva Johansson torna a ribadire l’urgenza di un’accelerazione per quanto riguarda la necessità di trovare accordi tra gli Stati membri, in merito ai ricollocamenti e alle richieste d’asilo.

“Faccio un appello affinché si arrivi ad una conclusione”  ha sottolineato la commissaria Ue durante il suo intervento al Parlamento europeo, riferendosi al Patto su migrazioni e asilo approvato poche settimane fa dopo un lungo periodo, durato sette anni, durante il quale non si sono fatti passi avanti in merito alle politiche migratorie europee.

Durante il dibattito, Ylva Johansson sottolinea come la ricerca di un accordo per riuscire a trovare una soluzione per il soccorso a livello europeo, non può essere separata dalla lotta ai trafficanti di essere umani.

«La guardia costiera libica deve portare avanti le proprie mansioni nel pieno rispetto del diritto internazionale. Ogni azione di violenza è inaccettabile.»

Queste parole fanno un esplicito riferimento al recente episodio che ha visto coinvolta la Guardia Costiera libica, la quale ha sparato in aria durante un’operazione di soccorso dell’Ocean Viking.

Ylva Johansson si schiera in favore delle Ong

Ylva Johansson dichiara che l’obiettivo principale dell’impegno comune volto a fronteggiare l’emergenza migratoria deve essere quello di salvare vite umane, sottolineando che:

«l’Unione europea fa quanto è in suo potere per aiutare i Paesi membri nelle attività Sar: nel patto abbiamo proposto misure di solidarietà proprio nella ricerca e nel soccorso».

La commissaria, quindi, si schiera a favore delle Ong e dell’operato delle navi umanitarie, facendo riferimento all’ultimo naufragio avvenuto nel Mediterraneo che ha dimostrato l’esigenza di un cambiamento immediato della politica migratoria europea.




Le Ong fanno un ottimo lavoro e stanno salvando vite. Questa è la cosa più importante. Naturalmente, le Ong sono diverse tra loro e agiscono in modo differente. Ma in generale,la mia opinione è che stiano facendo molto per supportare i migranti e salvare vite nel Mediterraneo. Lo apprezzo”.

Con l’approvazione del recente Patto su migrati e asilo, Ylva Johansson dice di essere fiduciosa per quanto riguarda la collaborazione tra gli Stati membri in merito alla questione dei ricollocamenti e delle richieste di asilo.

Dal suo punto di vista, la politica migratoria deve essere modificata nel minor tempo possibile e la messa in vigore di questo Patto pone le basi per l’inizio di questo cambiamento.

Infatti, nessun Paese dell’Unione europea potrà evitare di entrare a far parte della rete di “solidarietà obbligatoria” prevista dal nuovo accordo, nemmeno Polonia e Ungheria che sono state le uniche due potenze europee che hanno votato contro l’applicazione di tale convenzione.

La situazione attuale del fronte libico

Ad oggi, la Libia si trova costretta a fare i conti con un esodo di profughi in fuga dalla terribile guerra civile in Sudan, che ha causato più di 3.000 morti e 3 milioni di sfollati.

Una vera e propria emergenza che, da quanto riferito dalle autorità di Rabiana, sta portando centinaia di persone verso la costa con la speranza di imbarcarsi.

Tale flusso migratorio ha messo in difficoltà le amministrazioni locali, le quali non sono in grado di gestire alloggi e assistenza necessari.

Ciò, ha portato il ministero dell’Interno del Governo di unità nazionale di Tripoli ad istituire delle nuove squadre per fermare tutti coloro che sono in fuga dalla guerra.

In questo contesto, si aggiunge anche il problema dei migranti provenienti dalla Tunisia e per questo motivo il primo ministro Dabaiba ha ordinato di schierare nuove formazioni militari per controllare la costa che da Tripoli raggiunge il valico di frontiera con la Tunisia.

L’incontro tra Haftar e i rappresentanti del governo italiano

Durante un viaggio istituzionale che risale a maggio  2023, Haftar ha incontrato a Roma la Premier Giorgia Meloni e i ministri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri italiani.

Durante questo incontro, il generale libico si è detto disponibile ad impegnarsi per collaborare con lo scopo di fermare le partenze dei migranti diretti verso la Penisola. Ovviamente, tale impegno fu stabilito sulla base di aiuti reciproci che prevedevano la fornitura di mezzi per il controllo delle frontiere e la formazione del personale.

Dai bilanci dichiarati da Ylva Johansson, però, si deduce che questo “accordo” non sia stato affatto rispettato dalla Libia, perchè dalle coste della Cirenaica i barconi continuano incessantemente a salpare e i rischi per donne, uomini e bambini sono evidenti, come si può facilmente dedurre dai naufragi di Cutro e Pylos.

Detto ciò, l’impegno di Bruxelles deve essere focalizzato proprio su episodi come quelli sopra citati, al fine di evitare tragedie di questo tipo che purtroppo si ripetono costantemente.

Nell’ultima riunione del gruppo di contatto per la ricerca e il salvataggio non si è arrivati a nessun nuovo risultato. Da questo, purtroppo, si capisce che il cambiamento necessario per far fronte all’emergenza migratoria in Europa sia ancora difficile da concordare e che non avverrà in tempi brevi.

Andrea Montini

 

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