L’albero di Natale è uno dei simboli più celebri del mondo, da secoli decora case e piazze delle città ed è ormai diventato un vero e proprio articolo di moda oltre che emblema delle festività.
Ma qual è la sua storia? E com’è passato, da antica usanza, ad essere un vero e proprio pilastro delle decorazioni natalizie?
Sembra che l’origine dell’albero di Natale sia addirittura da ricondurre all’epoca romana quando, secondo il rituale pagano, nel mese di gennaio, era consuetudine regalare un rametto di pianta sempreverde come buon auspicio dell’anno appena cominciato.
La prima comparsa di veri e propri abeti decorati è, però, relazionata alla cultura celtica: durante il solstizio d’inverno, i popoli del Nord Europa, auspicavano il ritorno del sole attraverso rituali che consistevano nell’ornare gli alberi con frutti, in richiamo al ritorno della Primavera.
Nonostante sia un simbolo pagano, pare che anche i cristiani, in epoca medievale, ne abbiano fatto uso sostituendo, però, il buon vecchio abete con una pianta di agrifoglio, simbolo della corona di spine di Cristo; d’altronde il tema dell’”albero della vita” è piuttosto comune in numerose culture come simbolo di fertilità e ricchezza, lo adoravano persino gli Egizi, e dai Greci fu consacrato ad Artemide, protettrice delle nascite.
Il primo albero di Natale pubblico fu eretto a Tallinn, in Estonia nel 1441, ma con un uso del tutto diverso da quello decorativo: era usanza, per i giovani scapoli della città ballarci attorno alla ricerca dell’anima gemella, una tradizione sicuramente particolare che è, oramai, andata persa nel tempo.
Ad oggi diverse città nordeuropee si contendono i natali del celebre simbolo, da Brema con il suo albero ornato da mele, noci, datteri e fiori di carta a Riga (Lettonia) e Strasburgo in Francia.
In Italia la prima ad addobbare un albero di Natale, nella seconda metà dell’Ottocento, fu la regina Margherita, lanciandone la moda in tutta la penisola. Nella tradizione milanese l’albero di Natale si prepara il 7 dicembre festa dedicata al patrono Sant’Ambrogio; mentre a Bari è allestito il giorno di San Nicola ovvero il 6 dicembre.
L’usanza più diffusa è quella della preparazione durante la festività cattolica dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre.
La comparsa dell’albero in letteratura si deve a Johann Wolfgang Goethe che cita l’usanza ne “I dolori del giovane Werther”, da allora l’immagine dell’abete ha costellato romanzi e film natalizi fino ai nostri tempi.
Ai giorni nostri l’albero di Natale ha assunto le forme più disparate, da vere e proprie opere d’arte, come gli alberi da poco inaugurati a Firenze e disegnati dagli artisti Mimmo Paladino e Domenico Bianchi, a futuristiche installazioni a led nelle piazze cittadine; in Italia possiamo persino vantarci di possedere l’albero più grande del mondo: il gigantesco abete di Gubbio, disegnato con le luci sull’intero profilo di una montagna.
Insomma ce n’è per tutti i gusti, c’è chi lo addobba a fine novembre, impaziente di assaggiare il clima natalizio, chi lo tiene in soggiorno fino alla Primavera, fingendo che possa spacchettarsi da solo e persino chi, purtroppo, possiede un gatto ed è costretto ad inventare nuove forme di decorazione a prova di felino.
L’albero di Natale, dunque, non è solo un addobbo, ma una vera e propria tradizione e, con la sua storia e la sua simbologia, è diventato parte integrante della nostra cultura.
Maria Luisa Ancona