Catania introduce il congedo mestruale, succede all’Accademia Belle Arti, dove si segue concretamente la direzione della “parità di genere” e di politiche inclusive che prevedono il prossimo arrivo dei bagni no gender.
L’Accademia di Belle Arti di Catania introduce il Congedo mestruale per insegnanti e dipendenti. Prima in Italia fra le 145 istituzioni statali del sistema AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) del MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) ad aver avviato col nuovo anno la sperimentazione del congedo nei giorni del ciclo. Se le docenti potranno lavorare in DAD per lezioni, incontri e revisioni, le colleghe di area amministrativa potranno usufruire di una giornata di smart working in più rispetto al contratto.
Ad annunciarlo è il direttore Gianni Latino, promotore dell’iniziativa approvata all’unanimità dal Consiglio Accademico e dal Consiglio di Amministrazione al cui vertice è la presidente Lina Scalisi, che commenta:
“Una decisione nel solco delle politiche inclusive per dare il nostro contributo al cambiamento della mentalità. Vorremmo che le nuove generazioni siano consapevoli dei diritti collettivi e cresca l’attenzione per il ruolo che le donne hanno, e hanno avuto, nella società”.
A motivare le ragioni della scelta di introdurre il congedo mestruale è lo stesso Gianni Latino:
“Con l’ampliamento dell’organico, la presenza femminile nella nostra Accademia è arrivata al 40% del totale con un picco dell’80% nel comparto amministrativo. Considerando il vuoto normativo sul tema nel nostro Paese, riteniamo che questa nostra decisione sia un atto concreto nella direzione della parità di genere”.
“Dopo la pandemia – aggiunge il direttore Gianni Latino – abbiamo tutti modificato l’approccio al metodo di lavoro che adesso non può prescindere dall’uso del digitale. Questo ci ha permesso una migliore organizzazione dei contenuti, il lavoro si è organizzato per obiettivi, riducendo la presenza fisica negli uffici e nelle aule e dedicando più tempo alla vita privata. Abbiamo prolungato le ore di lavoro con lo smart working e con la Dad, offrendo alla comunità accademica più servizi, quali riunioni, seminari, esercitazioni e metodologie che hanno permesso una continuità didattica e lavorativa. Mentre agli studenti disabili, fragili, ai lavoratori e a quelli fuori sede abbiamo consentito di sostenere esami e discussioni delle tesi a distanza, garantendo fattivamente l’inclusione di tutti gli studenti”.