La Tunisia restituisce 60 milioni di euro all’Europa che facevano parte della prima tranche del disumano accordo per gestire i flussi migratori. La decisione solleva numerose domande e preoccupazioni, ponendo in risalto le complesse dinamiche tra l’Unione Europea e il paese nordafricano in merito alla gestione dei migranti.
In un atto sorprendente, il governo tunisino ha deciso di restituire 60 milioni di euro di assistenza finanziaria che erano stati precedentemente versati dall’Unione Europea nel tanto discusso Memorandum firmato durante il mese di luglio. Questa decisione ha suscitato una serie di interrogativi e ha posto in evidenza le complesse dinamiche tra la Tunisia e l’Unione Europea riguardo alla gestione dei flussi migratori. Il finanziamento di 60 milioni di euro faceva parte di un pacchetto globale da 127 milioni di euro, di cui 42 milioni di euro erano destinati all’attuazione del Memorandum of Understanding (MoU).
Il contesto in cui è avvenuta questa restituzione è stato caratterizzato da crescenti tensioni politiche, con l’Italia che cerca da tempo di gestire un notevole afflusso di migranti a Lampedusa. In risposta all’annuncio dell’assistenza finanziaria, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha respinto l’offerta, definendola “irrisoria” e contraria all’accordo precedentemente stabilito. Queste dichiarazioni del presidente hanno scatenato un’ampia reazione mediatica e hanno destato preoccupazione a Bruxelles.
La Commissione Europea aveva inizialmente precisato che i 60 milioni di euro erano stati effettivamente trasferiti alle casse del Tesoro tunisino in seguito a una richiesta formale del governo tunisino datata 31 agosto. In un atipico tono aggressivo per gli standard diplomatici, il Commissario europeo per l’Allargamento e la Politica di Vicinato, Olivér Várhelyi, aveva addirittura suggerito pubblicamente che la Tunisia avrebbe potuto restituire i fondi, se lo avesse desiderato, sottolineando l’importanza del rispetto reciproco nella cooperazione tra le due parti.
Questo episodio rappresenta un duro colpo alle già fragili relazioni tra l’Unione Europea e la Tunisia, mettendo in discussione la futura cooperazione per affrontare i flussi migratori, che costituisce una priorità fondamentale per l’Italia. L’accordo del MoU prevede un considerevole sostegno finanziario alla Tunisia, con finanziamenti per il bilancio, la gestione della migrazione, l’energia rinnovabile e le infrastrutture di comunicazione. Tuttavia, fin dalla sua presentazione, il Memorandum è stato giustamente oggetto di forti critiche da parte del Parlamento europeo e delle organizzazioni umanitarie. Questi critici hanno sollevato preoccupazioni riguardo agli abusi nei confronti dei migranti subsahariani da parte delle autorità tunisine, tra cui espulsioni collettive verso il confine libico.
Nonostante le polemiche e le critiche, la Commissione Europea aveva continuato con l’attuazione del Memorandum, trasferendo i 60 milioni di euro alla Tunisia il 3 ottobre. Tuttavia, la restituzione dei fondi da parte del governo tunisino solleva nuove domande sulla futura implementazione dell’accordo. Mentre alcuni funzionari europei sostengono che il Memorandum rimanga valido, non è ancora chiaro come verrà effettivamente attuato, poiché le tensioni tra le due parti sembrano essere in aumento. Le relazioni tra la Tunisia e l’Unione Europea rimangono tese e fragili, e il futuro della cooperazione sulla gestione dei flussi migratori rimane incerto.