Era buona la direzione intrapresa dal governo e dalle autorità a tutela del consumatore sullo stop della fatturazione a 28 giorni, ma bisogna andare oltre: restituire agli utenti le somme finora percepite con questa modalità.
Oppure modificare addirittura l’articolo 70 del Codice delle comunicazioni, mettendo fuori legge la pratica. Tale articolo permette la fatturazione così come è avvenuta finora.
Netta la posizione di Codacons: il Mise deve correre ai ripari e con urgenza. Il danno subito dagli utenti a causa delle illegittime bollette a 28 giorni è enorme, pari a 1,19 miliardi nel 2016 solo per la telefonia fissa e gli abbonamenti sim.
In realtà, se non verrà modificata la normativa attualmente in vigore appare difficoltoso dare il via ai rimborsi.
Paradossalmente, un sistema che rimborserà anche solo 50 euro ad utente spenderà sempre di meno delle sanzioni previste per la truffa messa in atto sulle bollette a 28 giorni.
Ad ogni modo, è un sistema normativo bloccato fino a nuove modifiche.
Vietare la pratica di fatturazione a 28 giorni, peraltro già dichiarata fuorilegge dall’Agcom, non basta.
Il codacons ha presentato in 104 procure d’Italia esposti per presunta truffa e appropriazione indebita contro i gestori delle telecomunicazioni; ma non sarà sufficiente fino a quando c’è un quadro normativo che permette tutto questo.
Finora c’è stata troppa discrezionalità: serve una legge che riporti l’ordine sul mercato a garanzia degli utenti oppure si potrebbe assistere alla proliferazione del fenomeno, anche in altri settori.
Anna Rahinò