La triste realtà a Gaza sottolinea quanto ancora siano bui i periodi che caratterizzano la guerra tra Israele e Hamas. La popolazione della Striscia di Gaza sta affrontando una grave carenza di pane, con costi alimentari aumentati fino a cinquanta volte il loro valore originario e spesso, a causa di necessità estreme, per sopravvivere, si ricorre alla macellazione di asini. Questa difficile situazione sembra, purtroppo, essere irrisolvibile a causa dell’impossibilità degli aiuti alimentari e umanitari, come Mezzaluna Rossa e la’ONU, di poter accedere a diverse zone della Striscia di Gaza, soprattutto nell’area settentrionale, a causa dei continui bombardamenti da parte di Israele
Si muore di fame, la triste realtà a Gaza
Ormai sentire parlare della triste realtà a Gaza è all’ordine del giorno. Non sembra esserci mai un miglioramento anzi, va solo a peggiorare e le condizioni in cui si trovano i cittadini della Striscia di Gaza sono davvero disumane.
La gente di Gaza muore di fame, non c’è più pane e i prezzi degli alimenti sono alle stelle e nessuno può permettersi il “lusso di mangiare”. Spesso, per via della disperazione in cui si trovano i cittadini, si ricorre anche alla macellazione di asini per avere qualcosa da mettere sotto ai denti. Purtroppo le organizzazioni di aiuti umanitari e alimentari come l’Onu o Mezzaluna rossa hanno espresso tutta la loro volontà per intervenire in questa grave situazione ma, hanno spiegato, che ciò non gli è concesso a causa dei continui bombardamenti israeliani.
È questa la triste realtà a Gaza, civili che muoio di fame ogni giorno a causa di una guerra in corso che di fermarsi non ne vuole sapere proprio nulla. Secondo i civili palestinesi spingere la popolazione di Gaza alla fame sarebbe uno degli obbiettivi militaristici dell’opposizione.
Uno sfollato, parlando con un giornalista, si è espresso a riguardo:
“Gli israeliani ci hanno costretto a lasciare le nostre case, poi le hanno distrutte e ci hanno portato al sud dove possiamo morire sotto le loro bombe o di fame.”
Poveri civili costretti a vivere questa triste realtà a Gaza
Il giornalista Youssef Fares ha riferito come i prezzi siano aumentati tutti vertiginosamente:
“sono aumentati da 50 a 100 volte rispetto a prima della guerra. Ho visto qualcuno che macellava un asino per darlo ai membri della sua famiglia.”
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (Ocha), è avvenuta solo una limitata distribuzione di aiuti nell’area di Rafah, nelle vicinanze del confine con l’Egitto, dove risiede circa la metà della popolazione di Gaza. Tutti i camion di aiuti riescono ad entrare a Gaza grazie al valico di Rafah ma, c’è sempre un ma, questi camion devono prima essere ispezionati da Israele.
Le ispezioni, da quando il 20 ottobre sono iniziate le consegne, avvengono al valico di Nitzana tra Israele e l’Egitto, qui, i militari israeliani obbligano i camion di aiuti umanitari e alimentari, a fare il giro da Rafah a Nitzana e ritorno e ovviamente questo causa fortissimi ritardi nell’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza.
Secondo “Pagine Esteri“, dal 7 ottobre, giorno dell’attacco da parte di Hamas ad Israele, i bombardamenti e l’offensiva di terra da parte delle forze armate israeliane:
“hanno provocato circa 19mila morti tra i palestinesi, in prevalenza civili, tra cui migliaia di bambini e donne.”
In tutti paesi civilizzati ogni singolo essere vivente ha un valore, viene curato e salvato ma, la guerra azzera questo valore. L’irrazionale sentimento dell’odio che aleggia e persevera in un contesto geografico segnato da più di mezzo secolo di guerre non poteva avere un risvolto peggiore , il freno della macchina bellica Israeliana, ormai, si è rotto. Non si ha più la percezione di quello che realmente sta succedendo, non ci sono spiegazioni plausibili in un contesto dove gli aiuti umanitari vengono distrutti dalle bombe.
Noi che ogni giorno assistiamo impotenti alla triste realtà a Gaza percepiamo la crudeltà di questa guerra e speriamo che si possa arrestare il prima possibile.
Ambra Vanella
Comments 1