Tra statistiche e cifre, emerge un male oscuro che non risparmia né confini geografici né categorie di persone. La tratta di esseri umani è una realtà che mina le fondamenta della società, privando milioni di individui di dignità e libertà.
La tratta di esseri umani rappresenta un buio e contorto labirinto che si estende attraverso i confini del mondo, gettando ombre su milioni di vite in una lotta per la sopravvivenza e la dignità. Questa nefasta pratica coinvolge persone di ogni età e genere, trascinandole in un vortice di disumanità che spazia dal lavoro forzato all’atroce sfruttamento sessuale. Il crimine, che sottrae la libertà e la dignità delle vittime, è un cancro che si diffonde in silenzio, senza riguardo per confini geografici o confini di età.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) si è incaricato di svelare il quadro di questa realtà, raccogliendo dati sconcertanti sin dal lontano 2003. In quell’anno, ha dato il via a un’opera di rilevazione che ha messo in luce oltre 22.500 vittime di tratta in tutto il mondo.
La domanda che sorge spontanea è: chi sono queste vittime e da dove provengono? È un interrogativo che fa luce sull’ampiezza del problema. La tratta di esseri umani non guarda in faccia a nessuno, coinvolgendo paesi in una moltitudine di ruoli, da luoghi di origine a tappe di transito e destinazioni finali. Le cifre mostrano un aumento significativo del numero di vittime di tratta all’interno dei confini del proprio paese, con una percentuale che ha raggiunto il 58% di tutte le persone sottoposte a questa tragica esperienza. Stiamo parlando di oltre 20 milioni di individui intrappolati in questa rete oscura.
Le vittime di tratta sono divise in categorie sconcertanti: il 46% sono donne, il 20% uomini, il 19% bambine e il 15% bambini. Le forme di sfruttamento sono altrettanto angoscianti: il 50% è vittima di sfruttamento sessuale, il 38% è coinvolto in lavoro forzato, il 6% è costretto a partecipare ad attività criminali e l’1% è costretto in matrimoni forzati.
Nel 2010, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato un piano d’azione globale per combattere la tratta di persone, spingendo i governi a prendere misure concrete per debellare questo flagello. Il piano ha promosso l’integrazione della lotta contro la tratta di persone in programmi più ampi dell’ONU, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e rafforzare la sicurezza globale. Nel settembre 2015, i paesi di tutto il mondo hanno adottato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che include l’abolizione del lavoro forzato e la fine della schiavitù e della tratta di esseri umani. Questi obiettivi sostenibili mirano anche a proibire e porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme.
Nella lotta contro la tratta di esseri umani, la tecnologia è un’arma a doppio taglio. La sua espansione globale, ha spinto questo crimine nell’ambito cibernetico. Internet e le piattaforme digitali hanno dato ai trafficanti strumenti per reclutare, sfruttare e controllare le vittime, organizzare il loro trasporto e alloggio, pubblicizzare le vittime e raggiungere potenziali clienti. Allo stesso tempo, la tecnologia ha fornito strumenti per investigare, processare i criminali e proteggere le vittime.
La prevenzione e la sensibilizzazione sull’uso sicuro di Internet e dei social media sono fondamentali per ridurre il rischio che le persone cadano vittime della tratta online. La collaborazione con il settore privato è cruciale per sviluppare soluzioni basate sulla tecnologia per prevenire e contrastare la tratta di esseri umani. Tuttavia, tutto ciò deve essere fatto nel rispetto delle leggi sulla privacy e la protezione dei dati personali.
Anche in Europa, la tratta di esseri umani getta la sua ombra minacciosa. Più della metà delle vittime nell’Unione Europea sono cittadini comunitari, ma si osserva anche un aumento delle vittime extracomunitarie, specialmente nell’area mediterranea, dove si svolge la tratta di esseri umani e il traffico di migranti. La maggior parte delle vittime nell’UE sono donne e ragazze, coinvolte principalmente nello sfruttamento sessuale, mentre circa una vittima su cinque è un minore. Le forme più comuni di tratta all’interno dell’UE includono lo sfruttamento sessuale e il lavoro forzato. La maggior parte dei trafficanti è costituita da cittadini europei, in particolare uomini.
La tratta è spesso collegata ad altre forme di criminalità organizzata, come il traffico di migranti, il traffico di droga, l’estorsione, il riciclaggio di denaro, la frode documentale, la frode con carte di credito, i reati contro la proprietà, la criminalità informatica e molto altro ancora.
In Italia, il Viminale ha rivelato che l’emergenza pandemica ha influenzato le condotte criminali legate alla tratta di esseri umani. Il report del 2021 ha rivelato un calo delle segnalazioni di persone denunciate e arrestate per delitti legati a questo fenomeno, rispetto al 2019. Tuttavia, è importante notare che il traffico di esseri umani rimane una piaga persistente in Italia, con vittime principalmente coinvolte nello sfruttamento sessuale e nel settore agricolo.
Gruppi legati alla criminalità organizzata nigeriana, romena, italiana e albanese sono tra i più attivi nel traffico. Le vittime spesso condividono legami etnico-culturali con i loro aguzzini.
La tratta di esseri umani è un flagello oscuro che non conosce confini. La tecnologia può essere una spada a doppio taglio, ma è fondamentale che sia utilizzata come un alleato nella lotta contro questa piaga. Solo con uno sforzo congiunto globale possiamo sperare di porre fine a questa grave violazione dei diritti umani.