La trappola: chi fugge dalla morte per fame ha meno diritti

fugge dalla morte per fame
Mario Piazza ultimavoce.it

– di Mario Piazza –


Può essere definita la trappola del Terzo Mondo, chiediamo il diritto all’asilo per i sopravvissuti di Cutro ma ci dimentichiamo che, in ogni angolo del mondo, chi fugge dalla morte per fame ha meno diritti.


La meticolosa ricostruzione di quella che verrà ricordata come la tragedia di Cutro fatta ieri dal ministro Matteo Piantedosi alla Camera ha detto tutto senza spiegare nulla, proprio come i verbali che le questure trasmettono ai magistrati affinché possano istruire un vero processo.

Ormai sulla questione è stato detto tutto, dal governo e dall’opposizione, dai cannoneggiatori di barconi e dai militanti dell’accoglienza. Ognuno tirerà le proprie somme in attesa della prossima tragedia, ma in tutto questo parlare si nasconde una trappola in cui chi davvero avrebbe dato l’anima per salvare quella povera gente è caduto senza neppure accorgersene dopo aver involontariamente contribuito a costruirla.

Si è detto e ripetuto che vittime e sopravvissuti di Cutro avevano diritto all’asilo perché in fuga da guerre e persecuzioni ed è verissimo, ma questa affermazione legalmente e burocraticamente ineccepibile ne implica giocoforza una seconda troppo oscena per essere detta: chi fugge dalla morte per fame ha meno diritti.

Morte per fame, non quel buchetto nello stomaco che ci infastidisce verso mezzogiorno e che plachiamo con una mela o un tramezzino. Fame, la fame di chi perde un misero raccolto perché gli hanno sottratto l’acqua, di chi vede le sue quattro capre smagrirsi fino alla morte, di chi non trova più neppure un ratto da cacciare nelle terre che gli sono state rubate.

Sono queste le bombe che noi mondo libero sganciamo sul Terzo Mondo, uguali in Africa, in Asia e in Sud America. Fanno meno rumore dei kalashnikov dei talebani e inorridiscono meno delle forche iraniane ma per chi crepa dopo aver visto crepare prima i propri figli più piccoli non fa proprio nessuna differenza.

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