Uno studente dell’Università di Torino discute oggi la sua tesi di laurea in Comunicazione, Ict e Media. Fin qui niente di nuovo, se non fosse che a sostenere l’ultimo esame non ci sarà solo lui, ma anche il suo avatar. E la realtà virtuale è servita.
La prima tesi nel Metaverso
Sono mesi che il termine “metaverso” solletica la curiosità – e talvolta le polemiche – del mondo del web, da quando il re dei social network, Facebook, ha deciso di portarlo alla ribalta. Un futuro dinamico fatto di realtà virtuale e popolato da avatar: questo, semplificando, è lo scenario cui rimanda una parola di difficile definizione. O almeno così l’hanno intesa la letteratura futurista e la fantascienza, già negli anni Novanta. Oggi un mondo di proiezioni e interconnessioni sembra un po’ più vicino, tanto che uno studente dell’Università di Torino, Edoardo di Pietro, ha deciso di discutere la tesi conclusiva del suo percorso in due modalità. Da una parte ci sarà lui, come tradizione vuole, dall’altra la sua proiezione virtuale: un avatar, appunto.
Così, alla commissione spetterà il singolare compito di valutare entrambe le declinazioni di uno stesso soggetto. Una prima volta senza precedenti per l’Italia, che potrebbe inaugurare una nuova fase di sperimentazione tecnologica, anche nell’ambito dell’educazione.
Oggi è già domani
Lo studente, emozionato, non ha nascosto di avvertire oneri o onori rispetto all’evento. D’altronde, ha detto, «quando sei il primo a fare una cosa, sei il precursore di tutto ciò che verrà dopo di te. Quindi hai delle responsabilità enormi. Insomma: diventi uno standard del futuro». Una pressione positiva, però, che trova giustificazione nella volontà di aprire le porte al nuovo, a qualcosa che può spaventare, turbare, ma che potrebbe candidarsi a costante del domani.
L’idea è nata nell’inverno 2020, durante una sessione virtuale organizzata nell’ambito del gioco Minecraft: un’occasione di festeggiamento tra colleghi – sotto forma di avatar – che ha fatto maturare il desiderio di esportare quella dimensione altrove. E quale momento migliore della propria laurea per farlo?
Il presidente del corso in Comunicazione, Ict e Media, Luciano Paccagnella, si mostra fiero dei risultati della tesi; non parla – ancora – di futuro, ma di qualcosa di altrettanto importante, un obiettivo che, per lui, vale come principio guida di qualsivoglia progetto: coltivare la creatività dei ragazzi.
Le domande alla fine
Siamo probabilmente lontani dall’accezione che Neal Stephenson, nel romanzo cyberpunk Snow crash, aveva dato alla parola, coniandola nel 1992, ma la prima tesi nel Metaverso affascina e crea stupore. Tuttavia, è altresì innegabile che, in una società che vive ormai di contatti, connessioni, immagini e spazi virtuali di condivisione, l’avvento di un avatar negli atenei costituisca una sorta di tappa naturale verso una sempre più evidente smaterializzazione dei luoghi e dei canali. È forse meno esaltante come lettura, soprattutto per i nostalgici dell’analogico, ma si tratta di un processo che ci coinvolge tutti. Ciò non toglie che, allo stato attuale, la novità sia di rilievo e che stia giustamente facendo rumore, sollevando anche alcuni dubbi su cui è quasi impossibile dare risposte definitive o esaustive.
Insomma, non resta che assistere e vedere. Tutte le domande, da prassi accademica, si faranno alla fine.
Il Metaverso è la nuova frontiera della tecnologia da tenere d’occhio. Il famoso Web 4.0. Bravi che ne parlate!!