I Paesi ricchi annunciano la corsa alla terza dose di vaccino ma l’Oms tira il freno: non serve a nulla se non vacciniamo tutti.
E forse non è nemmeno tanto giusto, verrebbe da aggiungere.
Il vaccino: cosa sappiamo.
I dati sulla bontà del vaccino sono ormai noti: ha un’efficacia tra il 55% e il 90%, con una media mondiale dell’80%. Questo almeno per quanto riguarda la forma originaria della malattia; scende sensibilmente se si tratta della variante Delta, molto più contagiosa. Il vaccino scongiura fino al 98% il rischio di contrarre la forma sintomatica grave e quindi l’ospedalizzazione. Si spera in una immunità di gregge che riesca a trasformare la malattia in una sua versione endemica/stagionale che sia molto più facile da gestire. Per una possibile immunità di gregge occorre probabilmente che il 90% della popolazione sia vaccinato e con doppia dose.
I dati nel mondo.
Secondo gli ultimi dati, nel mondo solo il 30% delle persone ha ricevuto la seconda dose, completando il ciclo affinché il vaccino sia davvero efficace.
Mentre gli Emirati Arabi stanno in testa con il 73% dei vaccinati (l’Italia sta al 57%, ndr), decine di Paesi hanno vaccinato meno del 10% della popolazione: luoghi molto popolosi come l’India (9,02%) o centrali nei commerci come il Sud Africa (7,56%). Sono indietro anche Nicaragua (2,98%), Guatemala (3,43%), Bangladesh (3,56%). Si scende poi verso l’Algeria (1,65%), la Nigeria (0,63%) o la Libia (0,76%), che è uno dei punti nevralgici dei flussi migratori.
L’Ungheria e il Kuwait non hanno ancora vaccinato nessuno.
L’ingiustizia vaccinale.
La distribuzione del vaccino anti-Covid non è mai stata equa, sin dal principio Paesi ricchi come il Canada compravano dosi in eccesso (fino a 5 richiami per abitante, ndr) rispetto alla Guinea che riuscirà a vaccinare entro l’anno 55 persone. Di numero. Il punto è che siamo tutti collegati: se un Paese sviluppa una variante ecco che la sviluppiamo tutti; se un Paese va in default ci trascina tutti quanti con sé nel collasso economico. Ecco perché non ha senso questa corsa alla terza dose quando quei vaccini andrebbero destinati all’immunizzazione più alta possibile in ogni nazione.
Forse è ora che i Paesi ricchi si assumano l’onere finanziario e anche l’onore umano di pagare anche per chi non ce la fa, piuttosto che correre ai ripari solo per noi stessi. Non solo perché alla fine verremo ripagati debellando il Covid ma perché è forse è arrivato di restituire un po’ di ciò che abbiamo preso agli altri nel corso della storia.
Alice Porta