«Nulla al mondo è più pericoloso di un’ignoranza sincera e di una stupidità coscienziosa.»
Martin Luther King (1959)
Precauzioni per l’uso
Prima di inoltrarsi nel discorso sulla stupidità, Nardone si sofferma sulle “precauzioni per l’uso”. Spiega cosa si intende per stupidità, e che essa in sé e per sé non è un male, bensì un naturale prodotto umano. Anche i più grandi come Socrate hanno avuto i loro momenti di stupidità. Ciò che di negativo c’è nella stupidità è la perseveranza in essa, quello che Nardone chiama stupidità strategica.
La stupidità strategica
Nardone racchiude il fenomeno della stupidità strategica in 5 argomentazioni esplicative. Spiega come si diventa strategicamente stupidi, ossia intrappolati in una mente chiusa nelle sue visioni ottuse e dalle certezze incrollabili, e come poterlo evitare. Nardone spiega approfonditamente che la causa di questo fenomeno è l’incapacità a rispondere emotivamente a determinate situazioni, che ci porta a cadere nelle “psicotrappole”, autoinganni che ci fanno sentire al sicuro. Ci sono però, come spiega lo psicoterapeuta ad un’audience di psicologi e non, soluzioni al problema.
Perché è importante capire come combattere la stupidità strategica
«gli stupidi hanno sempre certezze, i saggi invece dubitano continuamente»
Bertrand Russell (1952)
E il problema è proprio questo, che gli stupidi si ergono a portatori di verità, urlano a gran voce le loro opinioni come se fossero dogmi, utilizzando un linguaggio quasi propagandistico. E le folle amano le personalità forti e carismatiche. Nardone non fa nomi per evitare di ergersi a giudice, ma non è difficile pensare a personaggi del genere, soprattutto nell’ambito della politica.
Lo psicoterapeuta continua il discorso disegnando ben 11 profili di persone strategicamente stupide e spiegando anche come “curarli”. Nel corso della lettura ci si rende conto che la stupidità strategica è molto più diffusa di quanto si pensi, e la si ritrova nelle persone che si conoscono.
Nardone dà poi un antidoto generico per evitare di cadere nella stupidità strategica, che però richiede un grandissimo lavoro su sé stessi. Si tratta di un consiglio tanto teoricamente bello quanto praticamente impossibile da portare avanti in ogni momento della propria vita. Lui stesso ammette che è inevitabile cadere in incidenti di stupidità, l’importante è non rimanerci intrappolati.
Quello di Nardone è un saggio che anche chi non è del campo può apprezzare, in quanto apre gli occhi, in maniera comprensibile, a problemi comportamentali che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, si trova ad affrontare.
«Se vuoi cambiare il mondo comincia con il migliorare te stesso.»
Gandhi (1973)
Questa l’esortazione finale di Nardone ai suoi lettori.