A pochi giorni dalle elezioni USA del 2024, Trump contro i diritti LGBTQ+ diventa uno dei temi più discussi della campagna elettorale. Con un investimento di oltre 19 milioni di dollari, la strategia repubblicana si concentra su annunci pubblicitari anti-trans, puntando ad attaccare la candidata democratica Kamala Harris per il suo sostegno alle cure gender-affirming destinate alle persone transgender detenute.
A poche settimane dal voto negli Stati Uniti, previsto per il 5 novembre 2024, la campagna per la rielezione di Donald Trump ha fatto discutere per l’ingente somma investita in spot pubblicitari contro la comunità LGBTQ+ . Secondo un recente rapporto di ABC, oltre 19 milioni di dollari sono stati destinati a trasmettere annunci, in particolare anti-trans, durante eventi sportivi seguitissimi come le partite della NFL e il college football.
L’obiettivo è chiaramente mirato: colpire la percezione degli elettori nei cosiddetti swing states , gli stati decisivi per l’esito delle elezioni. Parte di questi fondi, ben 1,1 milioni di dollari , proviene dal comitato Make America Great Again Inc. , affiliato alla campagna di Trump e impegnato in una massiccia trasmissione di oltre 6.000 messaggi anti-LGBTQ+ dall’inizio di ottobre.
Contenuto e obiettivi degli spot anti-LGBTQ+
Gli annunci attaccano principalmente la candidata democratica Kamala Harris per il suo sostegno alle cure di affermazione di genere destinate a persone transgender detenute. Nello spot principale, la figura di Harris viene affiancata a immagini di drag queen e persone non binarie, con un messaggio polemico sul suo supporto a programmi pubblici che coprono anche gli interventi di riassegnazione di genere per prigionieri e immigrati senza documenti. La campagna gioca con il pronome “loro” – in riferimento alle persone non binarie – e conclude con uno slogan incisivo: “Kamala è per loro/loro. Il Presidente Trump è per voi.”
Questa narrazione cerca di posizionare Trump come il difensore dei “veri” americani, contrastando l’agenda dei diritti LGBTQ+ che, secondo il team trumpiano, rappresenterebbe un allontanamento dai valori tradizionali. Tuttavia, questa tattica ha sollevato interrogativi sull’efficacia di tali attacchi, in particolare alla luce delle reazioni dei leader politici e degli elettori stessi.
La replica di Kamala Harris: evidenti contraddizioni
In un’intervista a Fox News , Kamala Harris ha affermato la sua posizione ricordando che l’accesso alle cure mediche per persone trans detenute era già garantito durante l’amministrazione di Trump, una misura che includeva anche interventi di chirurgia di affermazione di genere per detenuti trans in custodia federale. Harris ha quindi evidenziato l’incoerenza delle critiche repubblicane: il provvedimento ora contestato dal candidato repubblicano era stato già autorizzato durante la sua stessa presidenza. La risposta di Harris ha messo in luce il ruolo ambivalente della questione transgender nella politica americana, sollevando dubbi sull’autenticità e l’efficacia di questa campagna negativa.
L’uso strategico della retorica anti-trans e il suo impatto culturale
La retorica di Trump, rivolta alla comunità transgender e non binaria, sembra quindi mirata a rafforzare il sostegno della sua base elettorale più conservatrice, attivando reazioni emotive in una parte della popolazione che guarda con sospetto alle rivendicazioni LGBTQ+. Questa tattica sembra rispondere a una visione polarizzante della società americana, sfruttando sentimenti di diffidenza e rigetto verso comunità ritenute minoritarie e culturalmente diverse.
Tuttavia, l’attacco sistematico alle persone trans solleva domande sull’efficacia a lungo termine di questa strategia. I sostenitori di Trump agiscono la retorica anti-LGBTQ+ come un modo per consolidare la base elettorale, ma alcuni osservatori notano che questa posizione potrebbe rivelarsi controproducente, alienando una parte dell’elettorato più moderata o indecisa, specialmente in un contesto in cui le priorità degli elettori si stanno spostando verso altre questioni.
Sondaggi: la strategia anti-LGBTQ+ convince poco
Secondo i sondaggi più recenti, la strategia trumpiana potrebbe non avere l’impatto sperato. Una ricerca di Gallup ha evidenziato che solo il 38% degli elettori considera i diritti trans una questione cruciale, mentre la priorità principale rimane l’economia, con il 52% degli intervistati che indica il calo del costo della vita come i problemi più urgenti. Inoltre, solo un esiguo 5% degli elettori mostra preoccupazione per l’accesso alle cure per l’affermazione di genere.
Un ulteriore sondaggio ha evidenziato come la maggioranza degli elettori sembri essere contraria ai candidati che propongono restrizioni per la cura transgender, suggerendo che una linea dura potrebbe allontanare anche parte dell’elettorato repubblicano. Questi dati segnalano che, nonostante il forte investimento pubblicitario, la retorica discriminatoria potrebbe non portare i frutti sperati.
Considerazioni finali: quali prospettive per la campagna di Trump?
L’approccio di Trump, con il massiccio investimento in spot anti-LGBTQ+, rappresenta una scommessa che potrebbe rivelarsi rischiosa. L’elettorato statunitense, già fortemente polarizzato, sembra sempre più orientato su tematiche economiche, ridimensionando l’effetto di una retorica divisiva focalizzata sui diritti LGBTQ+. La campagna di Trump, pur riuscendo a mobilitare la base conservatrice, potrebbe dunque risultare inefficace nel conquistare gli elettori indecisi o moderati che potrebbero giocare un ruolo decisivo in queste elezioni.