La storia di Franco Mastrogiovanni ci conduce in un angolo oscuro dell’umanità, dove la lotta per la giustizia e la dignità si intrecciano in un dramma sconvolgente.
Il 4 agosto 2009, un tragico evento scuoteva l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania. Francesco Mastrogiovanni, un rispettato maestro di scuola elementare, muore nel reparto psichiatrico dopo essere stato sottoposto a una pratica crudele e inumana: la contenzione.
Tutto inizia quando a Mastrogiovanni viene disposto un trattamento sanitario obbligatorio (TSO) senza che ci siano segni di aggressività o agitazione da parte sua. Nonostante ciò, finisce legato mani e piedi a un letto per 87 ore, privato di cibo, acqua e cure. Un’agonia incomprensibile, resa ancora più atroce dalle telecamere interne che hanno ripreso tutto, inclusa l’indifferenza del personale medico che lo circondava.
Dopo anni di lotta, la famiglia di Franco, guidata dalla nipote Grazia Serra e suo padre Vincenzo Serra, ottiene finalmente giustizia. La Corte di Cassazione riconosce che Franco Mastrogiovanni non rappresentava alcuna minaccia e condanna sei medici e dieci infermieri per il reato di sequestro di persona.
Ma la verità va ben oltre questa condanna. Le immagini insopportabili che mostrano la sofferenza di Mastrogiovanni hanno suscitato indignazione e hanno contribuito a far emergere un problema sistemico. L’uso eccessivo della contenzione nell’ospedale San Luca ha sollevato interrogativi sulla dignità umana e la tutela dei diritti delle persone con problemi di salute mentale.
La storia di Franco Mastrogiovanni ci ricorda che non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tali ingiustizie. La contenzione va ben oltre il controllo delle persone, rappresenta un attacco alla loro dignità e soggettività. Ogni individuo merita rispetto e cura, indipendentemente dalla sua condizione.
Dopo tutti questi anni, la sua memoria vive ancora nei cuori di coloro che hanno lottato per la sua giustizia. La sua storia è un monito per noi tutti, un richiamo alla necessità di superare questa pratica disumana. Dobbiamo impegnarci a creare ambienti di cura che valorizzino la dignità umana e promuovano l’empatia, la comprensione e il rispetto.
Non dobbiamo dimenticare Franco Mastrogiovanni, e dobbiamo fare in modo che la sua tragica fine contribuisca a non ripetere una pratica crudele e degradante. La contenzione deve essere abbandonata, perché nessun essere umano dovrebbe mai morire legato a un letto.