La storia della bicicletta comincia il 6 aprile del 1818 quando il barone Karl von Drais de Sauerbrun presentò la sua antenata (la “draisina”) al salone di Parigi. Pare, però, che la sua origine fosse ben più antica.
Alcuni schizzi di XV secolo attribuiti a Leonardo Da Vinci ritraggono una sorta di bisnonna della bici. I disegni illustrano un veicolo a due ruote molto simile all’odierna bicicletta. L’invenzione, tuttavia, rimase un progetto del genio rinascimentale destinato a non essere mai realizzato.
Il secondo prototipo di bici risale al XVIII secolo e prende il nome di “Célérifère” o celerifero. Si trattava di un asse di legno che collegava due ruote. Non c’erano ingranaggi nè pedali e si metteva in moto semplicemente stando seduti e spingendosi in avanti con i piedi a terra. Non c’era neanche la possibilità di sterzare con la ruota anteriore. Anche in questo caso però parliamo di un archetipo probabilmente mai messo in commercio né utilizzato.
Come già detto, bisognerà aspettare il XIX secolo per vedere realizzata la prima vera bicicletta. Dalla draisina comincerà una vera e propria evoluzione fino ad arrivare alla bicicletta moderna.
La draisina
Molto simile alla bicicletta odierna, era formata da due ruote allineate di cui l’anteriore sterzante. Ma senza pedali e senza freni. Per guidarla bisognava sedersi sul sellino e spingerla puntando i piedi a terra. Venne costruita utilizzando come materiali legno e ferro.
Nonostante il successo presso il salone di Parigi, la draisina non ebbe ampia diffusione. Divenne solo un mezzo di divertimento per la classe borghese. Il più delle volte veniva utilizzata per passeggiate nei parchi o in città ma non era ancora concepita come mezzo di trasporto che sostituisse le carrozze o i cavalli.
Talvolta veniva utilizzata come mezzo da corsa in eventi sportivi. La velocità non era molto elevata. Poteva raggiungere al massimo i 15 chilometri orari poichè era molto pesante a causa del materiale da cui era composta. Non dimentichiamo che la trazione avveniva tramite le gambe. I pedali, di fatto, furono aggiunti alla draisina solo negli anni ’60 dell’800 con l’invenzione del Velocipede.
Il velocipede
Fece la sua comparsa ufficiale a Parigi nel 1864. Un fabbro scozzese, Kirkpatrick Mac Millan applicò due manovelle all’asse della ruota anteriore azionate da due pedali a leva. All’inizio il materiale usato per le ruote era ancora il legno ma successivamente furono introdotti i copertoni più leggeri. La particolarità della sua forma stava nella ruota anteriore più alta.
Il velocipede si diffuse più della draisina. Negli stessi anni nacquero le prime gare di velocità su bicicletta. Ma siamo ancora lontani dalla concezione di mezzo di locomozione comune. Principalmente a causa delle strade dissestate, si continuava a prediligere il cavallo come mezzo per spostarsi.
Il biciclo
Nel 1869 dal velocipede si passò al biciclo (attuale nome dell’invenzione). Eugene Meyer progettò l’High Bicycle. La novità erano le ruote con i raggi che davano buona stabilità del mezzo. Successivamente, James Starley aggiunse lo scalino di monta.
Nel 1877 gli inglesi Sutton e Starley fondarono una casa costruttrice di mezzi meccanici dal nome Rover progettando un mezzo dal nome Rover Safety. Era molto simile alla bici odierna. Il biciclo era munito di trasmissione a catena e aveva due ruote delle stesse dimensioni.
Contestualmente, le gare in bicicletta si affermavano sempre più come vero e proprio sport e nascevano competizioni di rilevanza mondiale come il celebre Tour de France (1903). Lentamente la bicicletta iniziò a farsi largo nell’uso comune subendo ulteriori trasformazioni negli anni.
La bicicletta moderna
Gli anni 80 sono stati molto prolifici in merito all’evoluzione tecnologica della bicicletta.
Dalla Schwinn Excelsior inventata negli anni ’70 per le prime gare ciclistiche in discesa si passerà alla Montain Bike: prima bicicletta con i cambi di velocità per le corse in salita. Nel ‘900 la bici era oramai un mezzo di locomozione utilizzato il tutto il mondo. Questo ha portato ulteriori passi avanti nel perfezionamento del mezzo. A cominciare dall’aggiunta di gudgets come il cestino o il campanello. Dopo la bici elettrica siamo ancora in attesa di novità dal futuro che rendano questo mezzo ancora più comodo e versatile.
Ad oggi resta il mezzo di locomozione più utilizzato e diffuso nel mondo. Ripercorrendo la storia della bicicletta, ci si accorge che dietro un oggetto comune e quasi banale c’è una tecnologia ben studiata e sviluppata. D’altronde resta un’ invenzione che ha cambiato e migliorato il nostro modo di spostarci nei secoli.
Maria Luisa Ancona