La storia bussa alla porta dell’Europa e lo fa con prepotenza.
Il referendum catalano e le recenti elezioni tedesche descrivono i picchiettii in modo preoccupante, la realtà è che entrambe le vicende hanno a che fare con depressioni sociali connesse. La popolarità del voto destrino in quella che una volta era la Germania orientale e l’avanzata della Catalogna verso l’indipendenza solo apparentemente sembrano avvenire su pianeti lontani. In entrambi i casi riaffiora una vivida ambientazione storica, dove gli incubi dell’Europa del XX secolo svolgono un ruolo rilevante: in Catalogna, la lotta contro il fascismo e Franco; nell’est della Germania, le esperienze del nazismo e del comunismo sovietico.
Provate a scambiare due chiacchiere con i cittadini di Lipsia, città dalla quale nel 1989 partì il movimento che portò alla caduta del Muro, non tarderanno a manifestare la loro frustrazione e a battere il pugno sul petto dicendovi che la loro autostima è stata oltraggiata. La riunificazione tedesca non ha portato alla nascita di un senso comune. Piuttosto, è paragonata a una sorta di colonizzazione:
“Gli occidentali” hanno preso tutto, amministrazioni regionali, economia, istruzione e tribunali”.
Senza dubbio da quelle parti la vita è migliorata notevolmente rispetto a qualche decennio fa, ma molti tedeschi orientali pensano che la loro identità sia stata negata in qualche modo, come se fosse stato chiesto loro di dimenticarla.
E in Catalogna?
“La nostra differenza culturale non è riconosciuta come dovrebbe essere “
Questi erano e sono i sentimenti comuni, condivisi anche da persone non completamente entusiaste di “eclissarsi” dalla Spagna.
L’identità sociale non può essere punzonata attraverso fattori meramente economici, salariali e redditizi. È vero che le regioni che coprono l’ex Germania orientale hanno un 2% in più di disoccupazione rispetto a quelle occidentali, ma i malesseri che si sono riflessi nel voto dell’estrema destra vanno oltre le contingenze materiali.
Chiunque visiti Lipsia, con le sue facciate splendidamente restaurate e l’incredibile architettura moderna della sua università, fatica a individuare segni di dolore e povertà che una volta caratterizzavano l’Europa orientale. Attualmente è considerata la nuova Berlino, con artisti e creativi che arrivano in città da tutto il mondo e l’aria che si respira è internazionale.
Anche la metamorfosi della Catalogna è stata straordinaria. Nel corso degli anni sono migliorate le strade e sono stati costruiti alberghi, un enorme risultato che le Olimpiadi di Barcellona del 1992 hanno celebrato con successo.
Tuttavia, questi risultati non si traducono necessariamente in modo positivo nelle menti della gente. Il progetto europeo si basa sull’idea che i legami economici e il miglioramento sociale mettano insieme le persone e li aiutino a superare i traumi della storia. Negli ultimi anni si è parlato molto di come il nazionalismo e il populismo possano essere una “risposta” alla globalizzazione. Meno è stato detto su un ingrediente europeo più specifico: l’ombra dei traumi del XX secolo nati dalla guerra, dal totalitarismo e dalla difficoltà, che ancora persiste, di affrontare quell’eredità.
In Europa, il populismo e l’estremismo, sia di sinistra che di destra, immergono le proprie radici nelle battaglie e nelle attinenze politiche del XX secolo.
Quando le folle di Barcellona iniziano a cantare vecchie canzoni di resistenza contro il regime Franco, la storia ritorna. Anche quando il 22,5% degli elettori dell’ex Germania dell’Est esprime la volontà di estremizzazione la democrazia si ferma, si eclissa.
Il voto tedesco del mese scorso ha dimostrato chiaramente che il Muro è sopravvissuto nella mente della gente. Oggi Germania e Spagna si trovano di fronte ai fantasmi del passato, e non solo per i problemi legati alla coesione sociale e all’integrazione. I politici sfruttano i movimenti delle masse, ma è sorprendente vedere come col susseguirsi generazionale tanto è ancora rimasto uguale.
Mentre l’Europa guarda al futuro, sarebbe bene prestare maggiore attenzione alle ferite lasciate aperte dalla storia. Abbiamo pensato che erano guarite, forse non lo erano realmente e col passare del tempo sarà sempre più difficili lenirle definitivamente.