Uno dei miei principi per la sopravvivenza è tanto semplice quanto caustico: se per mandare qualcosa a pu**ane è bastato un niente, allora vuol dire che non valeva niente. Devo ammettere che funziona sulla distanza, è un principio da “mezzofondo”, ma mai avrei immaginato di applicarlo alla storia.
Se dalla prima comparsa dell’uomo in un continente prima colonizzato, poi saccheggiato e infine rifiutato si è grottescamente giunti a Kim Jong-un e Trump, allora non abbiamo scuse: due milioni e rotti di anni buttati via! Squaderniamo pure tutte le invenzioni, la cultura, le conquiste umane, gli sbarchi sulla luna, il lancio di satelliti coi loro occhi digitali puntati verso “nuovi, strani mondi”, la canzone non cambia! Facciamo contenti anche i nerd e riconosciamo che Marte è l’unico pianeta abitato da robot, ma alla fin della fiera restiamo solo dei patetici e presuntuosi idioti!
Così, d’un tratto, ti accorgi che l’ inflazionata frase di George Santayana “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”, non è altro che l’ ennesima dichiarazione di ingenuità.
La storia ci sta addosso, e il suo millenario fiato è fastidiosamente caldo sui nostri colli! Mai come oggi non solo il passato è accessibile a tutti – anche con tutte le sue storture e rivisitazioni -, ma addirittura pare che il tempo si sia ristretto! Per una patologica fame di “tempo” dettata dall’utilitarismo, non riusciamo più a distinguere il recentissimo dal prossimo e il remoto cade inesorabilmente archiviato al pari delle commissioni fatte ieri. Insomma, più che sentire il passato lo spuntiamo sull’agenda. Ah, e anche questa è fatta!
Non è il senso della storia a mancare, no… la colpa è più profonda ed evidente, la condanna è semplice ed essenziale come solo una “radice” può essere: è la memoria che è andata a farsi benedire.
Ciò che rende viva la storia è la memoria, anche la memoria di ciò che non abbiamo vissuto. Ammettiamolo, senza la carne viva della memoria la storia rompe anche un po’ le palle! Tutte quelle date, quegli avvenimenti, quelle guerre e quegli stermini … che tristezza, tutte queste cose brutte annoiano!
Noi no, noi non siamo più tutto questo. Le brutture del passato non ci appartengono più! Noi siamo migliori. Mi si perdoni il francesismo ma … migliori un ca**o!
Certo non ci sono più gli Unni di Attila descritti da Ammiano Marcellino, che per non scendere da cavallo mettevano ad essiccare la carne sotto la sella – anche per arricchire l’aroma -, e che a furia di farsi la barba con le loro rozze lame si sfregiavano fino a non farsi crescere neanche più un pelo in faccia; ma voglio vedere voi farvi la barba al galoppo con la fettina panata sotto al culo!
No, non ci sono più i barbari, adesso abbiamo le guerre umanitarie. Il tanto chiassoso quanto celato sterminio di civili fatto a distanza, con i droni. Le mani non ce sporchiamo più di sangue, ma gli animi puzzano di me*da allo stesso modo da sempre! Ah quel tanfo di miseria e crudeltà resta identico, ma tanto marcisce dentro… chi lo sente? Se non hai coscienza neanche te ne accorgi! Anche per esser migliori bisogna aver naso!
Adesso il nemico ci fa la cortesia di decimarsi da solo nel tentativo di sbarcare dalle nostre parti, e se proprio lo vogliamo far sfogare lo ghettizziamo in casa nostra per due o tre generazioni fino a quando non si incazza e corre a tutta velocità all’ora di punta con un suv rubato sui marciapiedi!
No, noi siamo migliori, più civili, abbiamo imparato dai nostri errori… come diciamo alle persone care, o quasi? No, adesso posso dire che sono veramente cambiato. Mi sono guardato dentro e ho messo in discussione tutto. Ho fatto un percorso che mi è costato anche tanto, non è stata una strada facile! Ah sì? Mai che questo tragitto porti allegramente a fare in culo! Mai! La strada intrapresa è sempre migliore di quella abbandonata e mai che questa sfacciata auto celebrazione sotto forma di evoluzione logistica generi in noi un minimo di sospetto. Mai ci si chiede: ma le minchiate che dico sono vere o mi sto solo difendendo cog*ionandomi? Niente, la visione di noi è esattamente quella che abbiamo della storia: siamo sempre migliori di chi ci ha preceduto e persino migliori di noi stessi rispetto all’altro ieri …, non devolviamo mai, sarebbe un bestemmia, anzi… saliamo sempre di livello: siamo tutti dei “Super Saiyan”.
Che brutta cosa da dire ma serve per resistere, mi dispiace cara contemporaneità ma se è bastato così poco per renderti quella che sei vuol dire che valevi poco!
fonte immagine: Cueva de Altamira, pitture rupestri Paleolitico Superiore