La storia afroamericana ha un nuovo museo

Nel luogo di Washington D.C. dove nel 1963 duecentomila persone udirono le parole “I have a dream“, oggi c’è un museo. Potremmo dire IL museo: è il National Museum of African American History and Culture, dedicato alla storia e alla cultura afroamericana e aprirà il 24 settembre.

Si trova sul National Mall ed è stato progettato da David Adjaye. È costato circa 540 milioni di dollari, molti dei quali sono arrivati da finanziamenti privati. Oprah Winfrey ha donato circa 21 milioni di dollari.

Il museo nasce in tempi difficili per la società afroamericana. L’inasprirsi degli scontri tra bianchi e neri e  gli episodi dell’ultimo anno hanno rimarcato una differenza sociale e di classe mai scomparsa. Questo sentimento di discriminazione è stato accolto dalle comunità nere e si sono verificati isolati ma frequenti episodi di violenza.

Il museo vuole ripercorrere la storia afroamericana lungo una timeline che parte dai tempi dello schiavismo e arriva ad oggi. Si possono trovare oggetti di culti come il cappello di Michael Jackson o la cadillac di Chuck Berry. In America si è molto parlato su cosa fosse giusto esporre e cosa no.

Tra le figure importanti esposte per la storia afroamericana c’è anche Bill Cosby. La sua influenza nel campo della televisione americana non è passata inosservata. Tuttavia la decisione di inserirlo senza nominare le accuse di stupro a suo carico ha fatto discutere. Come d’altronde si è discusso molto sul concludere il percorso del museo con la presidenza di Obama o con il movimento Black Lives Matter

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La squadra di Lonnie G. Bunch III, capo curatore del museo, ha passato l’ultimo decennio nel ricercare materiale da esporre. Solo 3500 oggetti dei 40mila raccolti saranno esposti nelle sale. Collari di schiavi, bare per ragazzi torturati e documenti di vendita sono esposti nei piani più interrati del museo.

La questione più importante è stata inevitabilmente prendere la decisione su come trattare il tema dello schiavismo. Mr. Bunch ha risposto anche a questo: “We wanted to make sure you felt the pain of slavery, but you also pondered what it meant when one group of people did this to another group”. Si è deciso quindi di trattare il tema da un punto di vista storico, ragionando sul concetto di discriminazione razziale e sulle conseguenze che una cultura dell’odio può portare.

Il museo conserva l’idea di una storia afroamericana che è parte integrante della storia della cultura americana. Ragion per cui arrivando alla fine della timeline si ha la sensazione di uno stacco, di qualcosa che continua.

Alla cerimonia del 24 Settembre sarà presente il presidente Obama che terrà il discorso inaugurale.

 

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