Noland Arbaugh, 29 anni, paralizzato dal 2016, potrebbe aver ripreso un pezzetto della sua autonomia (forse lui la chiamerebbe dignità) grazie alla protesi della startup Neuralink.
Neuralink: il successo a vista d’occhio
La startup Neuralink è stata fondata dall’imprenditore Elon Musk nel 2016 con l’obiettivo primario di aiutare i pazienti affetti da malattie cerebrali gravi. Il nobile scopo sarebbe quello di ridare un po’ di controllo del cervello ai più sfortunati permettendo il collegamento tra paziente e qualunque macchinario esterno (in aggiunta a uno stimolante, ma forse anche un po’ terrificante, progetto a lungo termine di “esplorare” il potenziale del cervello umano). Grazie alla protesi, Noland può controllare il cursore del suo computer col solo sguardo.
Il mercato e la sicurezza si scontrano: Elon Musk accelera più del dovuto
Il prodotto è stato sviluppato dopo aver svolto alcuni test sugli animali dei cui esiti si sa molto poco: negli anni sono state aperte diverse indagini circa i risultati ottenuti e come i test sono stati svolti. Sembrerebbe che Elon Musk abbia tentato più volte di velocizzare i test per lasciarsi alle spalle i competitors. Questo ha portato a un prevedibile proliferare di errori, e gli animali ne hanno pagato le conseguenze, talvolta con la morte. La startup Neuralink ed Elon Musk non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito. Inoltre non è stata fornita alcuna documentazione medica circa lo stato della ricerca, che è ormai a uno stato avanzato considerato il passaggio alla sperimentazione sull’uomo.
CI troviamo davanti a uno dei tanti grandi passi avanti del progresso scientifico. Finora il sole splende nella verde terra della scienza e di Noland Arbaugh (e per lui si spera che il Sole non tramonti mai a causa dell’intervento chirurgico), eppure pochi ancora si sono chiesti il perché di tutta questa segretezza.
La startup Neuralink ha sede in California. Considerato che, una volta commercializzata su larga scala, la protesi sarà trattata alla pari di qualsiasi altro prodotto acquistabile liberamente, non c’è da stupirsi se la startup Neuralink non rende noti i progressi svolti e i dubbi sull’efficacia e la stabilità a lungo termine del “supporto cerebrale” sviluppato. La protesi è trattata al pari di una gustosa pietanza: la ricetta è segreta perché qualcuno potrebbe copiarla e ottenere successo prima del suo creatore.
Il prodotto sarà sicuramente un successo, ma non sarà accessibile a tutti: sarà il salvavita per i pochi dotati delle risorse sufficienti per permettersi di continuare ad avere la propria vita fra le mani.
La protesi proposta dalla startup Neuralink sarà veramente un dono senza compromessi?
Negli ultimi anni ci si è tanto interrogati sull’impatto che il progresso scientifico ha sull’uomo. Ad esempio, i vaccini prodotti contro il Covid rimangono al centro di dibattiti circa la loro affidabilità. Da subito il tema è stato sommerso da un’ondata di fake news e scetticismo: che cosa ci hanno iniettato? Come è possibile che in così pochi mesi si sia trovata la soluzione a un potenziale “guerra del più forte” in stile Charles Darwin? Quali saranno gli effetti a lungo termine del portentoso farmaco? Sono tutte domande legittime, che possono avere solo una risposta a metà per ora.
Neuralink non è il primo a mettere le mani sulla vita umana
Lo stesso ragionamento potrebbe essere aperto su tutte quelle multinazionali del farmaco direttamente o indirettamente legate ad altre aziende di fornitura di semi OGM. L’ironia qui sta nel fatto che le aziende che ci forniscono il cibo, talvolta sono le stesse che ci danno i rimedi contro svariate malattie. È vero che non tutte le malattie derivano da un’alimentazione malsana e che molti altri fattori nuocciono alla salute del complesso corpo umano, ma fa sicuramente riflettere questo armonioso dualismo nutrimento-salute. Fino a che punto è legittimo pensare che la popolazione mondiale sia parte di una studiata catena di arricchimento che scommette tutto sulla vita umana dai primi vagiti fino alla sua fine?
Tra le varie domande che possono sorgere su Noland, la più importante sarebbe: “è un successo senza futuri rimpianti?”. Difatti, Noland ha messo nel suo cervello un corpo estraneo. Se le protesi nel resto del corpo sono più o meno accettate, sicure e collaudate, il cervello rimane un organo di cui ancora si sa poco. Quando si opera su di esso, non sempre le conseguenze sono facilmente prevedibili. La qualità della vita di Noland sarà solo migliorata o egli avrà delle ricadute in futuro?