Anche quest’anno molti italiani metteranno sotto l’albero doni dal basso impatto ecologico. Davvero abbiamo capito di dover modificare i nostri rapporti con l’ambiente? O la sostenibilità è l’ennesima moda?
La sostenibilità piace agli italiani e i prodotti “green” vanno di gran moda tra gli acquirenti. Dalle matite da piantare al set struccante ecologico, anche quest’anno gli italiani metteranno sotto l’albero doni dal basso impatto ecologico. Anche quest’anno? Sì. Perché di sostenibilità non si è certo iniziato a parlare da ieri.
Sostenibilità: dagli anni 80 ad oggi
Il concetto Sostenibilità nasce dall’evoluzione del problema ambientale. Se fino agli anni 80 pensavamo di poter limitare il degrado ambientale semplicemente risolvendo i problemi che man mano ci si presentavano, dagli anni 90 in poi si è aperta una nuova prospettiva. Gli eco-disastri non erano più “sintomi” da curare, ma costituenti di una “malattia” da prevenire. E prevenire è meglio che curare come si suol dire. Il problema ambientale perdeva così le sue caratteristiche settoriali per trasformarsi in un concetto complesso e totalizzante. Ad oggi, ogni singola azione in grado di produrre un effetto sull’ambiente viene riunita alle altre e considerate tutte come un unico impatto ambientale.
Il concetto di Sostenibilità nasce in questo contesto evolutivo. Essa va oltre i problemi meramente ambientali, ovvero strettamente legati allo stato dei componenti fisici dell’ambiente naturale intorno a noi. Comprende in sé concetti multidimensionali come la “qualità della vita”, estendendosi dalla sfera puramente ambientale a quella economica e sociale. Tre dimensioni, queste, strettamente legate l’una all’altra. Se avviene una modificazione in una di esse, le conseguenze si riflettono anche sulle altre due. Solo nella convergenza delle tre si può avere la vera Sostenibilità.
La sostenibilità che piace
Complici le lotte degli attivisti per il clima che hanno portato alla luce un problema a lungo taciuto, il tema della sostenibilità è ormai parte delle nostre vite. Ognuno di noi, a modo suo, cerca ogni giorno di adeguare il proprio comportamento affinché sia il più eco-sostenibile e meno impattante possibile.
Le statistiche circa le tendenze di acquisto degli italiani lo confermano. Il 30% dichiara di evitare imballaggi di plastica e il 36% ha smesso di acquistare certi prodotti e servizi a causa del loro impatto negativo. Questo perché i consumatori credono davvero che le loro scelte d’acquisto possano fare la differenza.
C’è da chiedersi se la tendenza ad acquistare sostenibile, o a adottare stili di vita sostenibili, sia dettata dalla piena consapevolezza del problema ambientale o se sia, piuttosto, l’ennesima moda.
Moda
La parola moda indica un’abitudine, un atteggiamento, qualcosa che per natura è transitorio. Essa non può quindi essere accostata alla sostenibilità. Le due dimensioni non sono compatibili. Da un lato, infatti, troviamo un concetto nato per riferirsi ad una situazione complessa che investe il nostro vivere quotidiano sotto molteplici dimensioni. Dall’altro troviamo il comportamento particolare legato ad un preciso momento storico e, per definizione, transitorio.
La sostenibilità in sé e per sé non potrà mai essere una moda.
Eppure, c’è chi questa ipotesi l’ha avanzata. E non a torto.
Sostenibilità e moda: due dimensioni conciliabili?
La sostenibilità richiede una rivoluzione dei nostri stili di vita e comportamenti. Una rivoluzione non facile da mettere in atto a meno che non si abbia chiaro il motivo per cui si lotta. Siamo davvero consapevoli della posta in gioco? Abbiamo davvero capito che le nostre sorti sono strettamente legate a quelle del Pianeta in cui viviamo? Se la risposta è “sì”, è solo questione di tempo prima che vengano adottate soluzione a lungo termine per una vera rivoluzione dei consumi e costumi. Ma se la risposta è “no” allora non abbiamo speranza. Le matite da piantare e il set struccante ecologico non saranno che prodotti del greenwashing, la strategia comunicativa con cui le aziende costruiscono un’immagine falsamente positiva di sé per occultare l’impatto negativo della loro produzione sull’ambiente. Il mondo in cui vivremo forse sarà ipertecnologico ed ottimizzato, certo meno inquinante, ma il paradigma dominante sarà ancora quello del profitto a breve termine e della crescita illimitata. Borracce e offerte vegane nelle mense scolastiche non saranno che il patetico tentativo di assicurarci un futuro di qualche anno più lungo; un andare incontro alla moda del momento. Una moda alimentata dalla paura e dall’angoscia ma pur sempre una moda.
Nel paradigma corrente, a quanto pare, i soldi riescono a comprare anche le nostre inquietudini.
La sostenibilità e una moda?
No. Certamente la sostenibilità in sé non è una moda. Siamo noi ad avere il potere di renderla tale. Chiediamoci quanto siamo consapevoli della posta in gioco. Solo questo potrà darci la motivazione per realizzare una vera rivoluzione dei consumi e costumi.