La situazione dei profughi in Chad è sempre più critica

Profughi in Chad

Continua l’afflusso di profughi in Chad, mettendo a dura prova i meccanismi di risposta umanitaria che da oltre un anno sono sotto stress. L’UNHCR ha denunciato il picco di criticità a cui si sta assistendo ultimamente, parlando di crisi sanitaria e alimentare, escalation di violenze e sovraffollamento dei campi profughi. Il tutto avviene in un momento delicato per il Paese, che si trova nel mezzo di una transizione democratica avviata a maggio con l’elezione che ha confermato Mahamat Idriss Déby Itno, dal 2021 a capo del Consiglio Militare di Transizione, alla guida del Paese come Presidente.

 

Da dove arrivano i profughi in Chad

La sicurezza sarà uno degli obiettivi prioritari del nuovo governo, come affermato dallo stesso Mahamat Idriss Déby Itno. Gli ingenti afflussi di profughi in Chad sono stati infatti accompagnati dall’aumento di episodi di violenza e tensioni intercomunitarie, già critiche in alcune zone al confine con i Paesi di provenienza dei profughi. La maggior parte arriva dal Sudan, dove l’acuirsi del conflitto nel Darfur ha portato oltre 370.000 persone a cercare rifugio in Chad. Da quando nell’aprile 2023 si sono riaccesi gli scontri tra l’esercito sudanese e il gruppo paramilitare delle Forze di Supporto Rapido, quest’ultimo sta sistematicamente lanciando attacchi contro la popolazione civile, uccidendo migliaia di persone e costringendone altre alla fuga.

Attualmente il Chad è il Paese che ospita il maggior numero di profughi dal Sudan (circa il 45%). Oltre 600.000 mila persone hanno infatti attraversato il confine dall’inizio del conflitto in Darfur, stabilendosi nei campi profughi della regione orientale del Paese. A sud invece si trovano i campi per i profughi provenienti dalla Repubblica Centrafricana, che ospitano oltre 110.000 persone fuggite da violenze interetniche e instabilità politica. Infine, il Chad occidentale offre riparo principalmente a chi fugge dalla Nigeria, a causa delle violenze e dei rapimenti di Boko Haram.

Insicurezza alimentare, crisi sanitaria e violenze

Ovunque la situazione è critica: campi sovraffollati e insediamenti informali, con difficoltà di accesso ai principali servizi e scarsità di risorse. La difficile situazione economica del Chad non consente di rispondere in modo adeguato ai bisogni di un così alto numero di profughi, che ha superato il milione. Secondo il World Food Program, oltre il 50% dei rifugiati in Ciad soffre di insicurezza alimentare. Gli aiuti sono infatti nettamente inferiori ai bisogni, con la conseguenza che casi di malnutrizione e decessi legati alla fame sono frequenti e rischiano di aumentare.

Anche dal punto di vista sanitario la situazione è grave. A causa dell’accesso limitato all’acqua potabile e della carenza dei servizi igienici, si è assistito all’insorgenza di malattie come il colera. Sono stati inoltre confermati casi di dengue, febbre gialla, meningite, malaria e altre malattie che a causa della mancanza di strutture mediche adeguate e personale sanitario rischiano di far salire ulteriormente il numero dei decessi.

Problemi relativi alla sicurezza sono inoltre all’ordine del giorno. Da un lato, l’arrivo di flussi così massicci ha esercitato una pressione notevole sulle risorse già limitate del Paese, causando tensioni tra i profughi e le comunità ospitanti. Dall’altro lato, anche all’interno dei campi stessi, sovraffollamento e disordine hanno permesso la perpetrazione di violenze, soprattutto di genere. Quasi il 90% dei profughi in Chad è infatti costituito da donne e bambini.

L’urgenza di una risposta umanitaria più consistente

Nonostante l’aumento dei bisogni e delle criticità della situazione dei profughi in Chad, la risposta internazionale è insufficiente per carenza di fondi. L’UNHCR ha dichiarato che al momento attuale è stato coperto solo l’11% dei fondi richiesti. Oltre la metà degli ultimi arrivati si trova ancora in attesa di collocamento, in accampamenti informali lungo il confine. La competizione per la scarsità di risorse desta sempre più preoccupazioni, causando scontri che accrescono le tensioni e minano la stabilità delle regioni colpite. Il governo ste tentando di gestire questi disordini fornendo aiuti umanitari sia ai profughi che alle comunità ospitanti, per arginare il malcontento della popolazione.

Ma la fragilità dell’economia e della situazione politica del Chad rendono questi sforzi particolarmente duri, soprattutto se il Paese è lasciato a sé stesso. Nel frattempo, l’arrivo imminente della stagione delle piogge renderà più difficile l’accesso degli aiuti umanitari, esacerbando al contempo la proliferazione di malattie trasmesse dall’acqua. E dato che la situazione in Darfur sta peggiorando ulteriormente, si prevedono flussi ancora maggiori di profughi con conseguenze disastrose, in assenza di una risposta umanitaria più decisa.

Clementina Udine

Exit mobile version