Una folla composta da circa ottomila fedeli della religione musulmana si è riversata nelle strade della città in una dimostrazione di dissenso contro la decisione della sindaca di Monfalcone Anna Maria Cisint (Lega) di chiudere i centri di culto islamici nella città. L’afflusso di manifestanti, provenienti da varie località del Nord Est, tra cui Mestre, Pordenone e persino Rimini, ha dato vita a un imponente corteo attraverso il centro cittadino.
Il percorso è stato inaugurato da uno striscione recante la scritta “Siamo tutti monfalconesi”, mentre numerosi partecipanti sventolavano bandiere tricolori e dell’Unione Europea. I manifestanti, dichiarandosi cittadini italiani che contribuiscono attivamente alla società, hanno enfatizzato la natura anticostituzionale della decisione della sindaca di chiudere le moschee. Alcuni di loro hanno evidenziato precedenti casi simili in altre città, affermando di aver ottenuto ragione attraverso il ricorso al Tar.
“Stamattina la città di Monfalcone era in piazza davanti al presepe. Chi usa, nei cortei, le bandiere italiane PRIMA RISPETTI la legge, la nostra cultura e le nostre tradizioni, impari l’italiano, tratti la donna con dignità. Dopo ne parleremo. Un corteo il 23 dicembre è un’offesa ai ns valori…la motivazione? Pretendere ‘una zona franca’ per il rispetto delle leggi italiane.
MAI”.
Così ha risposto la sindaca di Monfalcone Cisint sul suo account Facebook, la quale accusa i manifestanti di aver “violato” il valore del Natale e che la scelta del 23 di dicembre sia stata pensata proprio “per colpire al cuore le persone che in Italia amano il Natale e ciò che rappresenta il Natale per noi occidentali, per noi cristiani, per noi cattolici”, ricordando inoltre la necessità di rispettare la legge per garantire libertà e pari opportunità.
Cisint ha ringraziato per tutte le dimostrazioni di sostegno ricevute e ha sottolineato la sua interpretazione del presepe come simbolo degli insegnamenti fondamentali di famiglia, solidarietà e dignità umana.
La dichiarazione di Cisint ha ulteriormente criticato i centri islamici che, a suo dire, non rispettano le prescrizioni urbanistiche e mettono a rischio l’incolumità pubblica. Ha denunciato sopraffazioni contro le donne e espressioni di violenza inneggianti al terrorismo palestinese, prendendo di mira anche la sinistra per il presunto supporto a posizioni erronee.
La sindaca ha concluso annunciando la sua determinazione a non farsi intimidire da manifestazioni come quella odierna, sottolineando la necessità di preservare i valori fondamentali della società italiana.
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La risposta dei manifestanti
Di tutta risposta, in un appello carico di spirito collaborativo, Bou Konate, rappresentante dell’associazione Darus Salaam e ex assessore in precedenti amministrazioni monfalconesi, ha invitato il sindaco Anna Maria Cisint a “aprire le sue porte ai cittadini” in un contesto che vede la chiusura dei luoghi di culto musulmani. La dichiarazione è emersa durante una manifestazione organizzata dalla comunità musulmana, che ha richiamato l’attenzione di circa 8.000 partecipanti, sfilando con bandiere tricolori ed europee per ribadire la loro appartenenza alla comunità di Monfalcone.
Il cuore del messaggio di Konate è un appello al dialogo e all’unità. “Noi siamo aperti al dialogo”, ha dichiarato,
“al sindaco chiediamo di aprire le sue porte ai cittadini e non a due cittadini su tre, che è quello che sta facendo in questo momento pensando di governare solo una parte della città.” Konate ha sottolineato la disponibilità totale della comunità musulmana al confronto costruttivo e ha escluso preclusioni, evidenziando la volontà di collaborare per il bene comune della città”.
L’ex assessore ha richiamato l’attenzione sul lungo impegno della comunità musulmana nel cercare un terreno comune. “Quello che stiamo dicendo da tanti anni è di stare insieme e collaborare, cercare di trovare un modo di vivere insieme, assolutamente pacifico soprattutto nell’equità, nella considerazione reciproca e nel rispetto”, ha aggiunto Konate.
La manifestazione di oggi è stata una risposta decisa alla decisione della sindaca Cisint di chiudere i luoghi di culto musulmani nella città di Monfalcone, situata nella provincia di Gorizia. Migliaia di fedeli musulmani hanno espresso pacificamente la loro contrarietà a questa decisione, sottolineando il desiderio di un coesistenza armoniosa e rispettosa.
Il messaggio della comunità musulmana di Monfalcone è chiaro: è tempo di dialogo, di aprire le porte alla comprensione reciproca e di lavorare insieme per un futuro condiviso. In un momento in cui il rispetto e l’equità sono al centro delle discussioni globali, la comunità musulmana di Monfalcone lancia un appello affinché si superino le divisioni e si costruiscano ponti di comprensione e collaborazione nella città.