La mortalità materna in Africa continua a rappresentare una delle più gravi emergenze sanitarie globali, con conseguenze devastanti per famiglie e comunità.
La mortalità materna è una delle più grandi sfide per i sistemi sanitari globali, con ripercussioni che si estendono oltre la perdita di vite umane. Il fenomeno non colpisce solo le madri, ma ha conseguenze drammatiche per i bambini, le famiglie e l’intera comunità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha evidenziato che nel 2020 si è verificato un decesso materno ogni due minuti, pari a circa 800 al giorno, spesso dovuto a complicazioni prevenibili durante la gravidanza o il parto. Questo dato, già di per sé allarmante, si aggrava ulteriormente in regioni come l’Africa subsahariana, dove si concentra oltre il 70% dei decessi materni mondiali.
Tra i paesi più colpiti spicca la Nigeria, che registra uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo. Con un tasso di 1.047 decessi ogni 100.000 nati vivi, il paese si trova al secondo posto a livello globale, evidenziando una crisi umanitaria che richiede interventi urgenti e mirati.
Cause principali della mortalità materna
Le cause della mortalità materna sono spesso prevenibili con adeguati interventi sanitari. Tra i fattori più comuni si annoverano:
- Emorragie post-partum, una delle principali cause di morte durante il parto.
- Complicazioni legate a infezioni, spesso aggravate da condizioni igienico-sanitarie precarie.
- Ipertensione e preeclampsia, che richiedono diagnosi e gestione tempestive.
- Aborto non sicuro, una delle problematiche più diffuse nei paesi in cui l’accesso alla contraccezione e ai servizi di pianificazione familiare è limitato.
In molte regioni rurali della Nigeria, la mancanza di infrastrutture sanitarie adeguate e la scarsità di operatori sanitari qualificati peggiorano ulteriormente la situazione. Questo crea una pericolosa combinazione di povertà, mancanza di istruzione e infrastrutture sanitarie inadeguate.
L’impatto sui bambini e sulle famiglie
Quando una madre muore, le conseguenze per la famiglia sono devastanti, specialmente per i bambini piccoli. In Nigeria, uno studio ha rivelato che, tra i 76 decessi materni analizzati, 64 neonati sono nati vivi, ma meno di un terzo di loro è sopravvissuto oltre i cinque anni. Questo dato evidenzia l’importanza cruciale del ruolo materno nei primi anni di vita del bambino.
La connessione tra mortalità materna e infantile
La perdita di una madre durante o subito dopo il parto aumenta drasticamente il rischio di mortalità infantile. Secondo uno studio condotto nelle zone rurali del Gambia, i tassi di mortalità tra i bambini sotto i due anni erano significativamente più alti nelle famiglie in cui la madre era deceduta. Questa correlazione si riscontra anche in Nigeria, dove i bambini non allattati al seno hanno 15 volte più probabilità di morire di polmonite e 11 volte più probabilità di morire di diarrea, due delle principali cause di morte infantile.
Inoltre, la perdita di una madre priva i bambini di cure, supporto emotivo e nutrimento, aumentando le probabilità che i più piccoli non completino il ciclo vaccinale o non ricevano cure mediche tempestive. Questo problema è particolarmente grave nelle comunità rurali, dove i servizi sanitari sono già limitati e le famiglie spesso devono fare affidamento su parenti che potrebbero non essere in grado di sostenere economicamente i bambini orfani.
Un impatto che va oltre l’infanzia
La perdita di una madre ha ripercussioni che vanno oltre i primi anni di vita. Molti bambini più grandi, specialmente in famiglie con risorse limitate, si trovano costretti a prendersi cura dei fratelli più piccoli. Questo spesso significa abbandonare la scuola, rinunciando all’istruzione e a opportunità di sviluppo personale. Per queste famiglie, la mortalità materna non è solo una tragedia sanitaria, ma un problema economico e sociale che può perpetuare il ciclo di povertà.
La madre, in molte famiglie nigeriane, non è solo una figura di cura. Spesso contribuisce attivamente al reddito familiare, attraverso il lavoro o attività imprenditoriali. La sua perdita rappresenta quindi una doppia privazione: affettiva ed economica.
La strada verso il cambiamento
Per affrontare questa crisi, la Nigeria deve adottare strategie mirate e a lungo termine. A meno di sei anni dall’obiettivo fissato dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) di ridurre la mortalità materna a meno di 70 decessi ogni 100.000 nati vivi, il paese deve fare progressi significativi per colmare il divario.
Soluzioni prioritarie
- Accesso a cure ostetriche di emergenza: Investire in infrastrutture sanitarie, specialmente nelle zone rurali, per garantire che tutte le donne abbiano accesso a personale sanitario qualificato durante la gravidanza e il parto.
- Formazione di operatori sanitari: Incrementare il numero di ostetriche e medici specializzati, fornendo formazione continua per affrontare le complicazioni più comuni.
- Promozione della pianificazione familiare: Rendere disponibili contraccettivi e servizi di educazione sessuale per prevenire gravidanze indesiderate e ridurre i rischi associati.
- Supporto post-partum alle famiglie: Offrire aiuti economici e assistenza psicologica alle famiglie che perdono una madre, per ridurre l’impatto emotivo e garantire il benessere dei bambini.
Perché agire ora è fondamentale
La Nigeria non può più permettersi di ignorare la crisi della mortalità materna. Il benessere delle donne, dei bambini e delle famiglie deve diventare una priorità nazionale. Interventi mirati non solo salveranno vite, ma contribuiranno a costruire una società più stabile ed equa. Ogni giorno che passa senza azioni concrete rappresenta una perdita insostituibile per migliaia di famiglie.