Siamo tutti schiavi di un tempo indefinito. Chi di noi prepara la sveglia la mattina? Magari sii addormenta anche con l’ansia continua di non svegliarsi al suono della nostra cara e odiata amica, posizionata la sera, sulla destra sul comodino accanto al letto? Forse due persone su tre, e credetemi sto letteralmente invidiando la terza persona che non ha “sveglie”. Siamo tutti vittime di un tempo che forse non c’è?
Che cos’è il tempo? Ve lo siete mai chiesto? Personalmente lo definirei nel mio mondo astratto, quasi come un compagno stressante e fastidioso al nostro fianco che ci sussurra, ogni qualvolta che siamo in ritardo, qualcosina di sgradevole che ci fa accelerare il passo o il pedale dell’auto. Vi siete mai chiesti quante volte guardate l’orologio durante la vostra giornata? Sicuramente appena svegli, direi che accade in maniera anche automatica per tutti, poi forse prima di uscire di casa, per “scoprire” a che punto siamo del nostro ritardo o puntualità, probabilmente anche mentre siamo in “viaggio” verso il lavoro o la lezione all’università, una volta arrivati anche? Forse per i più puntigliosi. A pranzo sicuramente il nostro sguardo cade sul cellulare o sul nostro amato “casio” che portiamo sul braccio destro o sinistro, poco importa, in fondo lo guardiamo dalla stessa altezza. Nel pomeriggio un altro paio di volte e poi arriva lei, la sera.
Cos’ha lei che gli altri non hanno? Ha la magia di poter fermare il tempo, di poterti regalare una quinta dimensione che tutti sperano di poter scoprire un giorno, ma aprite gli occhi, l’avete lì a due passi da voi: la sera. Non hai fretta di preparare la cena, non hai nessuna intenzione di guardare l’orologio mentre stai cucinando o cenando con la tua famiglia, fidanzato o fidanzata o anche semplicemente soli sul divano mentre stai guardando la tua serie preferita o la partita di calcio tanto attesa. Noi abbiamo lei: la sera con i suoi mille colori che nessuno osa immaginare. Ancora più bella è la notte. Tutti sicuramente guarderanno il cielo mentre fumano l’ultima sigaretta della giornata, prima di andare a letto: o quando abbassi la tapparella o quando hai deciso di portare il cane fuori. Ognuno di noi guarda il cielo, forse con la speranza di trovare qualcosa che forse di giorno non trova. Ed è proprio in quel momento che ti rendi contro che il tempo non esiste, allora la mia domanda mi sorge spontanea: siamo noi a dargli vita? Si, noi siamo solo la goccia riflessa di quella pioggia tanto inaspettata di agosto. Il tempo nasce dalla fretta, dall’ansia di non arrivare puntuale a lavoro, ad un appuntamento (poi quando è il primo l’ansia si quadrupla). Nella mia più piccola convinzione, potrei definire che il tempo non esiste, è qualcosa di convenzionale, consuetudinario ed intrinseco che ci infilano nella mente da bambini, ma in fondo sapere che ora è cosa cambia? Per alcuni nulla, per altri un minuto potrebbe cambiargli la vita, hai mai pensato di perdere un treno? Pensa che “Mario” dovrebbe arrivare a Napoli per pronunciare il fatidico: “No, non ti sposare” , mentre irrompe nella navata di una cattedrale quasi fiabesca, (come la storia che sto immaginando), ma la sfortuna gli farà perdere il treno, semplicemente per un minuto di ritardo, arrivando così dopo mezz’ora e trovare il riso per terra e la chiesa già vuota. Qui stiamo parlando di tempo o di destino?
Ecco un’altra domanda impossibile che mi pongo oggi, il tempo ed il desino camminano di pari passo? Io un’idea ce l’ho, è abbastanza subdola però: penso che il destino sia di pari passi con il tempo della tua vita, quando tu in quel preciso istante stai vivendo qualcosa che pensi di aver già vissuto, non è un deja-vu. Ma sei semplicemente tu.