La donna che nel XVII secolo sfidò le convenzioni del tempo: Catalina De Erauso, la suora alfiere che si fece passare per uomo
Nella prima metà del Seicento, alle donne non era concesso esprimere la propria personalità. Già al momento della nascita, il loro futuro era scritto dai genitori secondo l’interesse e le esigenze della famiglia. Ciò non valse per Catalina De Erauso, la donna che ha ribaltato il destino scelto da suo padre, passando dalla vita religiosa a quella marziale, per questo si aggiudicò il nomignolo di suora alfiere. L’appellativo si deve anche al fatto che Catalina De Erauso si fece passare per uomo per gran parte della sua vita. Inoltre, anche dopo aver rivelato la sua vera identità, pare che ottenne un’autorizzazione speciale per continuare a vestirsi e comportarsi da uomo. Si può parlare del primo caso di donna transgender della storia?
Un destino che le stava troppo stretto
Catalina De Erauso nacque a San Sebastian, nei paesi Baschi. Non esistono documentazioni esatte riguardo alla data della sua nascita, ma, probabilmente, si colloca nell’ultimo decennio del Cinquecento. La sua famiglia aveva una radicata tradizione militare. Sorella di Soldati, fu spedita in convento all’età di quattro anni al fine di ricevere l’educazione che si addice ad una ragazza perché beneficiare di un vantaggioso matrimonio. Tuttavia, non presentandosi alcun pretendente, per Catalina non vi era altra scelta che prendere i voti.
Il suo destino era solo apparentemente segnato, in quanto il carattere ribelle e mascolino che la giovane donna sviluppò durante il noviziato le diede la forza di fuggire. Dopo l’ennesimo castigo corporale tipico dell’educazione del tempo, la novizia ricavò abiti maschili dalle sue stesse vesti, si tagliò i capelli, rubò le chiavi e fuggì alla volta di una nuova vita.
Catalina De Erauso diventa “Francisco De Loyola”
Liberatasi della sua vecchia vita, si identificò nel personaggio di Francisco De Loyola. Attraversò gran parte della penisola iberica incontrando prima il padre, poi lo zio e infine il fratello, che però non la riconobbero. Catalina De Erauso, sotto mentite spoglie, partì alla volta della “Nuova Spagna” imbarcandosi sotto il comando del suo stesso zio (passando inosservata). Partecipò a numerose spedizioni coloniali e si distinse in battaglia fino a raggiungere il grado di tenente.
Colonizzatrice, ma anche ladra, assassina e truffatrice
Dopo aver navigato sotto al comando dello zio (che nel contempo seguiva le ricerche della ragazza invano), Catalina gli tenne un agguato e lo uccise per derubarlo. Attraversò quello che sarebbe diventato l’attuale Venezuela, si spostò a Panama e pii in Perù. Qui fece conoscere le sue eccezionali doti militari, abbinando però ad una discutibile reputazione. Fu imprigionata varie volte per atti violenti, in particolare, dopo aver sfregiato il volto di un uomo. Inoltre, perse il lavoro dopo aver molestato la figlia del suo superiore.
Si trasferì in Cile per partecipare ad una missione coloniale, ma non esitò a maltrattare, derubare e torturare i nativi. Si macchiò anche dell’assassinio di suo fratello. A Catalina De Erauso si attribuiscono anche alcuni casi di truffe ai danni di famiglie facoltose. La suora alfiere, infatti, si propose come marito a varie nobili fanciulle, ma, dopo aver formalizzato l’appropriazione della dote, abbandonò le spose all’altare facendo perdere le sue tracce.
L’arresto, la condanna la scarcerazione, la leggenda della prima donna transgender della storia
Catalina De Erauso fu imprigionata diverse volte, e alla fine condannata a morte. Si decise a rivelare la sua identità solo per sfuggire all’esecuzione, confessando al vescovo Augustin de Carvajal di essere una donna, quasi una monaca, ed anche vergine.
Nel 1624 Catalina fu rimpatriata in Spagna, dove cercò di ottenere il giusto compenso per i suoi servizi come soldato. Il re Filippo IV la autorizzò ad usare un nome maschile, mentre, in un presunto incontro a Roma, il Papa Urbano VIII le diede il permesso di continuare a vestirsi da uomo. Alla luce delle vicende di Catalina De Erauso, la storia ci insegna che la.suora alfiere potrebbe essere la prima donna transgender della storia (dopo i mukhannathun), facendo molto riflettere sul tema della tolleranza.
Silvia Zingale