La risoluzione ONU sull’Intelligenza Artificiale

Approvata dall'Assemblea Generale, la risoluzione si pone come primo passo per lo sviluppo di IA che sia sicuro ed etico

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Nel tentativo di mitigare i rischi che lo sviluppo incontrollato da parte degli Stati, l’Assemblea Generale delle nazioni unite ha pubblicato la prima risoluzione sull’Intelligenza Artificiale, enfatizzando gli aspetti di sicurezza, sostenibilità e crescita del divario tecnologico a livello globale.

La risoluzione ONU sull’Intelligenza Artificiale – Supportata dagli Stati Uniti e co-approvata da 123 stati membri, fra cui l’Italia in uno sforzo per rendere tali tecnologie “sicure ed affidabili”, l’ONU ha rilasciato lo scorso giovedì la prima risoluzione volta a invitare i governi a uno sviluppo etico e ragionato dell’Intelligenza Artificiale.

Definita dalla vicepresidente degli USA Kamala Harris come un “traguardo importante per poter stabilire una strada futura riguardo all’AI per cui ogni Stato possa sia utilizzare appieno le potenzialità della tecnologia che gestirne i rischi”, la risoluzione sottolinea obiettivi futuri per quanto riguarda la necessità di collaborazione fra nazioni economicamente e tecnologicamente privilegiate e stati in via di sviluppo al fine di mitigare l’allargarsi del già presente disequilibrio di potere, e riconosce la possibilità di utilizzare le nuove tecnologie al fine di raggiungere i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. 

la risoluzione ONU sull’Intelligenza Artificiale Contro lo sviluppo di IA  dannose

Il primo punto della risoluzione richiede agli stati membri e ai privati di “astenersi o cessare completamente l’uso di sistemi di Intelligenza Artificiale dove sia impossibile operare in accordo con le regole di internazionali di per il rispetto dei diritti umani, o che presentino rischi generali nel poter apprezzare pienamente tali diritti”

Rientrando dunque pienamente nel solco dei regolamenti che hanno attraversato lo scorso anno, la risoluzione ONU sull’Intelligenza Artificiale reitera le preoccupazioni già precedentemente manifestate a livello internazionale, ossia il loro impiego in ambito bellico, la potenziale distruzione di massa di posizioni lavorative, e l’inquietante rischio di utilizzo a fini di sorveglianza e controllo.

Non solo: viene apertamente riconosciuto che “l’uso improprio o male intenzionato di sistemi di intelligenza artificiali, quali per esempio una carenza di misure di sicurezza ... presentino rischi considerevoli per quanto riguarda lo sviluppo economico, sociale ed ambientale, e la capacità di rinforzare ineguaglianze strutturali e forme di discriminazione, sabotaggio dell’integrità dell’informazione e accesso alla stessa, minare alla base la protezione ,promozione e capacità di usufruire dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’individuo, fra cui la privacy.”

Come il precedente AI act, approvato dall’Unione Europea alla fine dello scorso anno, la risoluzione ONU sull’Intelligenza Artificiale evidenzia un generale sentimento di preoccupazione a livello internazionale per quanto concerne lo sviluppo privato e non moderato delle intelligenze generative

Il potenziale delle IA per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità

La risoluzione considera però inoltre un significativo potenziale dei sistemi di intelligenza artificiale nel raggiungimento dei 17 obiettivi per la sostenibilità, specialmente per quanto concerne gli aspetti di logistica, sanità ed efficientamento delle risorse.

la rappresentante degli USA ha infatti affermato che l’impiego già in atto di sistemi di intelligenza artificiale al fine di meglio diagnosticare e individuare malattie, o per predire in maniera più accurata disastri naturali dimostra infatti la capacità dei sistemi ad apprendimento neurale di diventare “un motore per tutti noi, capace di farci recuperare terreno (in relazione alla condizione di divario economico, sociale e tecnologico fra Stati membri, ndr) e raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Poche importanti considerazioni

Infine, la risoluzione ONU sull’intelligenza artificiale esprime un’ottimistica speranza nei futuri della collaborazione internazionale, verso cui il “dialogo costruttivo e inclusivo che ha condotto a questa risoluzione possa servire come modello per discussioni future sulle sfide dell’IA in altri campi, ad esempio, per quanto riguardo il rispetto alla pace e alla sicurezza, e all’impiego responsabile di sistemi di IA autonomi nel campo militare”.

Il breve documento si fa emblema dunque delle principali problematiche che circondano il settore delle intelligenze artificiali, primo fra tutte la scarsa regolazione delle stesse, e la scarsa fiducia verso le compagnie proprietarie, poco disposte alla divulgazione di informazioni riguardanti il loro funzionamento (il cosiddetto deep code) e le cui misure di sicurezza sono state soggette a revisioni internazionali in Europa solo dopo l’approvazione dell‘ “AI act” lo scorso dicembre.

Roberto Pedotti

 

 

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